Leggo sul web che per valutare Esselunga (che fornitori, clienti e operatori del mercato reputano assolutamente unica) si potrebbero prendere come riferimento: DIA, Casino, Carrefour o Ahold-Delhaize.
Questa è la situazione di queste società distributive:
1.DIA, dopo aver chiuso 243 negozi in Francia, ne sta chiudendo altri 219 in Spagna.
352 mio. di perdite 2018 (Spagna). 1604 licenziamenti previsti (sempre in Spagna).
https://elpais.com/economia/2019/06/04/actualidad/1559644230_492089.html
DIA ha, ad oggi, reso pubblico solo il primo trimestre (quarter) 2019, nel quale ha perso il 7,2% delle vendite rispetto all’anno precedente e ha chiuso con perdite di € 144 mni in un quarter, pari all’8,6% delle vendite.
La stessa DIA, nel comunicato presente sul suo sito, cita letteralmente “The company’s consolidated balance sheet shows negative equity of 308,5 mni by the end of March 2019”.
Il maggior azionista di DIA è stotto accusa in Spagna dalle autorità fiscali, e questo complica ulteriormente eventuali operazioni sul capitale.
(https://elpais.com/economia/2019/08/05/actualidad/1565011559_554684.html)
Si tratta di una società sull’orlo del fallimento.
2.Casino
La società perde 304 milioni di € nel primo semestre 2019.
(applicando IFR16, con un EBITDA in calo rispetto all’anno precedente).
A questo proposito si rimanda alla relazione semestrale di Casino, e la presentazione agli investitori.
Nella presentazione viene chiarito un piano di forte ristrutturazione, che nei sei mesi ha visto :
- vendita di 15 ipermercati, di 13 supermercati e 11 discount, chiusura di 56 integrated stores e sostanziale chiusura di alcuni formati
- taglio costi della sede che era deputata a gestire diversi formati e paesi
- semplificazione della struttura societaria, complicata dai diversi formati e presenza nei diversi paesi
Il prossimo semestre prevede piani analoghi.
Riguardo al debito di Casino, c’è una pagina specifica, la 14 della presentazione agli analisti, dal titolo “Piano di Accelerazione della riduzione del debito”, fatta per tranquillizzare il mercato, e in cui il Board prende decisioni specifiche per garantire il pagamento di cedole del bond e ridurre il debito complessivo, e in quasi tutte le pagine successive si parla di andamento del debito e di maturity dello stesso, che appare quindi uno dei punti chiave dell’agenda del Board, e non un problema della holding da trascurare.
Si tratta di una società con grossissimi problemi opertivi e finanziari, sulla quale planano continuamente le voci più disparate.
Il titolo è stato sospeso ed è in amministrazione controllata.

3. Carrefour ha presentato dei dati del primo semestre 2019 in contrazione, con un operating income dell’1,8%, chiaramente un altro ordine di grandezza rispetto alla profittabilità Esselunga; ha inoltre un peso del fatturato Ipermercati superiore al 50% (attenzione, anche se sono il 12% dei negozi sono quelli di grande dimensione), che drena risorse e peggiora i risultati del gruppo. In Italia in particolare il primo semestre 2019 si è chiuso con una contrazione delle vendite del 4,9%.
La notizia dell’uscita dalla Cina è rimbalzata come un ulteriore campanello di allarme anche per le attività in Italia (https://aziendeincampowordpresscom.cdn.ampproject.org/c/s/aziendeincampo.wordpress.com/2019/08/20/carrefour-lascia-la-cina-ora-litalia-non-puo-permettersi-altri-passi-falsi/amp/).
Si tratta di una società che non è più un benchmark da decenni ormai : profittabilità pessima, formato principale perdente, presenza costosa in diversi mercati e formati.
Esselunga sta assumendo 2500 persone mentre le aziende citate stanno licenziando.
Sia Casino che Carrefour hanno ipermercati.
E gli Ipermercati sono in crisi : le vendite per mq passano tra il 2007 e il 2017 da 7592 € al mq. a 5585 € per mq (rapporto Coop 2018, pag. 217), quindi riducono la loro performance di vendita del 26,5%, oltre a chiudere punti di vendita.
Invece i superstore nello stesso periodo passano da 7538 a 8507 € al mq (n.b. : gli spazi degli ipermercati sono scesi del 2,6% contro un incremento degli spazi dei superstore del 3,9%).
4. Ahold – Delhaize : vendite al 59,7% negli USA.
Si tratta di un’azienda non europea. Le logiche sono quelle di un mercato molto più competitivo e diverso (es.: Ahold, nel 2018, ha fatturato 3,5 miliardi di $ nell’e-commerce, questo importo rappresenta il 5,5% del suo fatturato).
https://www.aholddelhaize.com/media/8880/ahold-delhaize-annual-report-2018-interactive.pdf
Ulteriori fonti:
- Carrefour 2019 Second-Quarter sales and first-half results
(http://www.carrefour.com/sites/default/files/carrefour_h1_2019_25_07_19_complete_2.pdf)
- Casinò Half-year results 2019
(https://www.groupe-casino.fr/wp-content/uploads/2019/07/Resultats-S1-2019-Anglais.pdf)
- DIA First quarter 2019 results
(https://www.diacorporate.com/recursos/doc/corporativo/20190208/2019/q1-2019-results.pdf)



