Redatto il 12 ottobre , aggiornato il 17 ottobre 2022
In Gran Bretagna, nelle ultime 12 settimane, Lidl ha acquisito 10 punti % di quota di mercato (Financial Times del 5 ottobre, sotto).
La catena è seguita da Ocado (e-commerce puro e tecnologia al sevizio della distribuzione) e Co-op.
In difficoltà Tesco, Morrisons e Waitrose. Quest’ultima viene considerata una catena “di lusso”.
Sorprende la poca crescita della quota di mercato di Aldi, perchè il “low cost” sta spopolando in tutta l’Europa.
E infatti anche in Italia i discount stanno crescendo più di qualsiasi altro settore della GD:
E’ andata meglio al non food: i volumi acquistati sono calati “solo” dell’1% e i prezzi sono saliti del 2,2%.
Quali i trend della distribuzione? Nei canali ipermercati e super, il balzo a valore delle vendite, su base annuale, è stato del 6,6%/7%; i discount hanno segnato il +9,5%. Un segnale che anche i negozi low cost hanno aumentato i prezzi, ma sono riusciti a strappare una fetta delle vendite agli altri canali.
L’effetto dopante dei prezzi, ha spinto il valore delle vendite al dettaglio per tutte le forme di vendita…
Anche in Francia “l’inflazione porta la crescita del valore , mentre i volumi scendono dell’1,7% nel 2022” rilevava NielsenIQ il 19 settembre (Le Monde 11 ottobre 2022, solo versione cartacea).
Sotto : una pubblicità del 2021 che invita i consumatori a confrontare i prezzi della Pam con quelli dei discount. Ma sul tema della convenienza i supermercati non possono confrontarsi con i discount semplicemente perchè hanno costi molto superiori alle catene “low cost” (con articoli di marca, prodotti a marchio privato, promozioni, reparti e servizi – es. : consegne a domicilio -completamente diversi)…
La situazione inglese ha comunque molto in comune con quella italiana : Though Aldi and Lidl have raised prices by more than Tesco, consumers still see the two as cheaper.
“Nonostante Aldi e Lidl abbiano alzato i prezzi più di Tesco, i consumatori li considerano meno cari”.
E’ così anche in Italia, infatti se si analizza meglio il fenomeno si scopre che “l’inflazione vola nei discount, quasi quattro punti di differenza con i formati tradizionali”.
Qual ‘è la lezione da trarre da questa situazione ?
1) l’inflazione che non viene assorbita fa crescere il fatturato (e infatti ad agosto nella gd sale mentre scendono i volumi).
2) chi ha un’immagine migliore in termini di convenienza – come i discount – rispetto alla GDO tradizionale (es.: supermercati, superstore, etc), può permettersi di NON assorbirla, evitando di abbassare i propri margini.
3) con un’inflazione galoppante, come quella attuale, bisognerebbe prendere in considerazione la crescita dei volumi, molto meno la crescita del fatturato: un articolo come questo di Repubblica – Gdo in positivo da cinque mesi di fila: il Sud cresce ancora una volta in doppia cifra – ha poco senso.
4) il consumatore, in questa situazione, fa e farà ancor più fatica a capire la qualità dell’offerta promozionale delle catene, perchè i prezzi continuano a cambiare. Non ci sono più punti di riferimento validi.
5) la confusione verrà aumentata da dati e notizie non accurate : qui Il Sole 24 ore afferma che i discount “cannibalizzano” gli ipermercati ma nell’articolo il concetto non è ne sviluppato ne spiegato.
6) chi avrà il sangue freddo di mantenere la propria identità, secondo me, avrà più probabilità di sopravvivere.
Eviterei quindi, ad esempio, reparti costosi in catene di discount come Penny Market, come quello sotto, soprattutto in un momento come questo.
I supermercati non possono essere discount e viceversa, anche se a molti piacerebbe crederlo e farlo credere.
Le parti non possono essere invertite per le semplici ragioni che ho già esposto sopra : la struttura dei loro costi non è la stessa.
Che ai clienti questo non interessi lo sappiamo molto bene ma non è questo il punto …
sui clienti probabilmente si aprono nuove prospettive come ci dice Mario Sassi : Grande distribuzione e consumi. Milano rischia di anticipare ciò che aspetta il Paese.
Ma sugli assortimenti sentirei anche cosa ha da dire la generazione Z che sembrerebbe apprezzare la semplicità : “È un casino trovare la roba nello scaffale, che è ‘sta roba vecchia?” (l’abbondanza della scelta se non personalizzata/filtrata è percepita come un ostacolo non un plus).
Per l’italia : Nel primo semestre 2022 i discount sono arrivati a controllare il 22,1% dell’intero paniere della Gdo (nel 2019 erano al 18,9%).
Per il mondo : sotto : Lidl e Aldi erano già leader in Europa 2019 Le due catene tedesche avevano tolto lo scettro a Carrefour.