Milano, il 26 settembre 2015 – riaggiornato il 4 dicembre 2015
Nella guerra globale per la pubblicità e per il controllo dell’e-commerce, vedi in proposito Amazon quarto retailer mondiale e Carrefour solo settimo? e Google sfida Amazon e Facebook…
ma anche…
Il Sole 24 Ore del 1° Ottobre 2015
Istagram potrebbe rivelarsi l’asso nella manica di Mark Zuckerberg.
Le Monde del 25 settembre 2015 parla di “colpo da maestro” del fondatore di Facebook nell’acquisizione – del 2012 – di Istagram e nella sua gestione attuale.
Facebook e Istagram sono complementari: Istagram copre ormai la fascia degli adolescenti che non usano Facebook …
la metà degli americani dai 13 ai 17 anni usa Istagram e non si serve di Facebook che è un’opzione per un pubblico più maturo.
La piattaforma di Istagram è ormai usata da 400 milioni di utenti – superando Twitter – e dovrebbe portare ricavi pubblicitari per 600 milioni di $ alla fine del 2015.
Per poter paragonare questi numeri basta guardare quanto pubblicato da Le Monde a fine luglio 2015 (v. anche Google sfida Amazon e Facebook…)
Si tratta di stime , seppur superate soprattutto dalla crescita vertiginosa di Istagram (che qui aveva ancora solo 302 milioni di utenti), ma che danno un’idea del potenziale della piattaforma giovanile del proprietario di Facebook:
600 mio. di $ costituiscono quasi il 7% dei ricavi pubblicitari di Facebook per il 2014 e il 50% di quelli di Twitter per lo stesso anno.
E eMarketer parla della bellezza di 2,8 miliardi di $ di ricavi pubblicitari per Istagram nel 2017.
Nel frattempo gli e-book, che rappresentano il 22,8% del fatturato degli editori americani hanno subito un calo delle vendite del 10% negli USA (nei primi 5 mesi dell’anno) e Amazon , sulla scia di Netflix, ha lanciato il suo servizio di streaming video in Giappone. Il servizio era già presente negli USA, in Gran Bretagna, Germania e Austria.
E Facebook probabilmente subisce la concorrenza di Whatsapp, Istagram, etc. o i problemi legati alla privacy delle foto, che una volta pubblicate diventano di Facebook, perchè viene usato di meno rispetto all’anno scorso:
Crollo su Facebook: gli utenti postano di meno
Nel terzo trimestre di quest’anno solo il 37% degli iscritti ha postato qualcosa. Un calo del 22% rispetto all’anno precedente.
Il social corre ai ripari mostrando pagine “promemoria” nella speranza che invoglino a pubblicare nuovi contenuti
La Repubblica , 03 novembre 2015
Crollo su Facebook: gli utenti postano di meno
PIGRIZIA? Saturazione? Aumento dell’offerta di piattaforme? Ancora non si sa. Sta di fatto che gli utenti di Facebook hanno iniziato a postare meno contenuti. Lo dicono i dati GlobalWebIndex, riportati dal Wall Street Journal: nel terzo trimestre solo il 34% degli iscritti ha aggiornato il proprio stato e il 37% ha postato qualcosa, percentuali in calo rispetto al 50% e 59% (rispettivamente) di un anno fa. Per far fronte a questa tendenza, il social da maggio scorso ha iniziato a mostrare agli utenti dei ‘promemoria’ di eventi e giornate speciali, in un test volto a invogliare a postare.
Il 65% degli utenti della piattaforma, dato di giugno, visita la rete sociale quotidianamente, e quindi vede gli spot da cui derivano le entrate di Facebook. La flessione dei contenuti pubblicati, tuttavia, potrebbe rappresentare un problema nel lungo periodo, facendo perdere appeal al social network che di recente ha dato l’ok per l’utilizzo di nickname sulla propria piattaforma e ha aperto la chat di Messenger anche per comunicazioni tra “non amici”.
Facebook, boom di ricavi, ma gli utenti condividono di meno
Il social di Menlo Park ha chiuso l’ultimo quarto con 4 miliardi e mezzo di fatturato, il 41% in più rispetto al 2014. Ma le condivisioni di contenuti sono in netto calo
Mark Zuckerberg
05/11/2015
dario marchetti, La Stampa
La corazzata Facebook è in buona salute, almeno in termini finanziari: secondo i risultati fiscali del terzo quarto di questo 2015, Menlo Park ha registrato 4,5 miliardi di dollari di ricavi, segnando un più quarantuno percento rispetto allo stesso periodo del 2014. Cresce anche il numero di utenti attivi, 1,5 miliardi a settembre (+14% rispetto all’anno prima), di cui 1,4 accedono anche o esclusivamente da mobile. Il tutto nonostante i forti investimenti (più 68%) sugli altri prodotti della “famiglia”, come WhatsApp, Messenger e, soprattutto, Oculus.
Ma nonostante gli ottimi risultati in termini finanziari, la creatura di Mark Zuckerberg deve affrontare un problema non da poco, ovvero un calo netto di contenuti condivisi dagli utenti. Secondo una ricerca di GlobalWebIndex, diffusa dal Wall Street Journal, nel terzo quarto del 2015 il 34% degli utenti di Facebook ha aggiornato il proprio stato, mentre il 37% ha condiviso una fotografia. Cifre cospicue, ma in netto calo rispetto al 50% e al 59% registrati nello stesso periodo dell’anno scorso.
Il problema è che la maggior parte degli utenti, circa il 65% del miliardo e mezzo attivi ogni mese, visita ancora il social ogni giorno, ma è molto meno incline a postare contenuti personali, preferendo la lettura di quello che viene postato da amici e pagine dei brand: in poche parole, per molti internauti l’apertura dell’app di Facebook è diventata più un’abitudine che una necessità vera e propria.
Proprio per questo a Menlo Park stanno mettendo in atto diverse strategie per favorire l’interazione delle persone: dai “ricordi” che quotidianamente ci vengono proposti per la condivisione, alle Reactions, ovvero le nuove sfumature del «mi piace», passando per le notifiche in stile Google Now, prossimamente in arrivo, Facebook è al lavoro per costruire un dialogo quotidiano e costante con i suoi utenti, cercando di convincerli a condividere contenuti in maniera più estemporanea. Oppure in base alle notizie del momento, come dimostrano i pop-up che negli Stati Uniti invitano a commentare su una notizia del momento, come uno sciopero dei mezzi pubblici o una giornata di festa nazionale, un modo come un altro per togliere spazio alle news in tempo reale di Twitter.
E Rocco Cotroneo, su Sette del 4 dicembre 2015, lo definisce “vecchio”…
Instagram, le coup de maître de Mark Zuckerberg
Trois ans et demi après son rachat par Facebook, Instagram n’a jamais été aussi populaire. L’application de partage de photos et de vidéos vient de dépasser la barre symbolique des 400 millions d’utilisateurs actifs dans le monde. Elle dépasse aussi Twitter, qui culminait fin juin à 316 millions. 80 millions de clichés sont postés tous les jours. Depuis décembre 2014, Instagram a gagné 100 millions de nouveaux adeptes, dont la moitié en Europe et en Asie. C’est autant que le nombre total d’utilisateurs de Pinterest.
NOMBREUX DOUTES
Pour Facebook, l’acquisition de la start-up dirigée par Kevin Systrom ressemble de plus en plus à un coup de maître. C’est Mark Zuckerberg, son patron et fondateur, qui orchestre cette opération, conclue en seulement quelques jours. La société de Menlo Park n’hésite pas à signer un chèque d’un milliard de dollars, dont près de la moitié en actions. Ce montant sera finalement ramené à 715 millions (642 millions d’euros), à cause de la forte chute du cours boursier de Facebook dans les mois qui ont suivi.
Au moment de son officialisation, le rachat d’Instagram suscite pourtant de nombreuses interrogations, alors même que Facebook finalise son processus d’introduction en Bourse. Lancé fin 2010, la plate-forme a certes rapidement trouvé son public. Elle surfe sur l’émergence des smartphones, qui placent un appareil photo en permanence dans les mains de ses utilisateurs. En 18 mois, elle a ainsi séduit près de 30 millions d’adeptes. Mais la jeune entreprise ne génère aussi pas le moindre dollar de recettes.
RATTRAPER LE RETARD
Mais pour M. Zuckerberg, l’important est ailleurs. “Nous voulons bâtir la meilleure expérience possible pour partager des photos avec vos amis et votre famille”, explique-t-il à l’époque. Le domaine est jugé stratégique pour s’adapter à l’évolution des usages sur les réseaux sociaux. Des simples statuts, les internautes partagent de plus en plus des photos. Or, la société a pris du retard. Elle a bien tenté de lancer une application concurrente à Instagram. Mais sans succès.
En outre, le prix payé par Facebook apparaît aujourd’hui relativement peu élevé par rapport aux sommes dépensées depuis par les géants du Web pour mettre la main sur de jeunes start-up. Le réseau social a par exemple déboursé plus de 21 milliards de dollars pour racheter le service de messagerie WhatsApp. L’application rivale Snapchat est valorisée 16 milliards. Le réseau social Pinterest 11 milliards. “Instagram vaut désormais 35 milliards de dollars”, estime Mark May, analyste chez Citigroup.
A LIRE EGALEMENT | |
![]() |
Pourquoi Facebook dépense 21 milliards de dollars pour WhatsApp Facebook rachète d’abord les utilisateurs du service de messagerie. “WhatsApp a le potentiel d’atteindre la barre du milliard “, assure Mark Zuckerberg (…) |
ARRIVÉE DE LA VIDÉO
C’est le double de la capitalisation boursière de Twitter. “Non seulement son audience est plus grande, mais ses utilisateurs sont aussi plus actifs”, poursuit l’analyste. La plate-forme de photos et vidéos est notamment très populaire chez les adolescents, une catégorie d’âge de moins en moins active sur Facebook. La moitié des Américains âgés de 13 à 17 ans l’utilisent. Instagram a aussi conquis les célébrités, qui comptent de très nombreux abonnés. 46 millions pour la chanteuse Beyonce, 39 millions pour le chanteur Justin Bieber.
Cette croissance rapide a été favorisée par le rattachement à Facebook. Si l’application est restée indépendante – Kevin Systrom, l’un de ses fondateurs, est toujours directeur général -, elle profite grandement des ressources technologiques, financières et humaines de sa maison-mère. De nombreux ingénieurs du réseau social ont ainsi rejoint ses équipes. Cela a permis à Instagram de lancer de nouveaux services. Le plus important: l’arrivée de clips vidéo, limités à 15 secondes, en juin 2013.
LA MONÉTISATION S’ACCÉLÈRE
L’application a aussi entamé son processus de monétisation, un sujet toujours sensible. L’an passé, les premières publicités ont ainsi fait leur apparition sur la plate-forme. En France, elles sont arrivées début mars. Pour ne pas fâcher les utilisateurs, Facebook a opté pour la prudence: un déploiement progressif et des formats non intrusifs. Et la société choisit encore les marques, qui sont invitées à créer des annonces spécialement conçues pour la plate-forme.
“Instagram peut devenir un élément incontournable dans la stratégie mobile des annonceurs”, assurait fin janvier Sheryl Sandberg, la directrice opérationnelle de Facebook. “La contribution financière d’Instragram est aujourd’hui très faible, mais la monétisation s’accélère rapidement”, confirme M. May. Selon eMarketer, l’application pourrait générer 595 millions de dollars de recettes publicitaires cette année. Et 2,8 milliards en 2017. Cela représenterait alors 10% du chiffre d’affaires de Facebook.
Un drone di Facebook
Condividi questo articolo sui Social Network:


