In copertina : “Lavorando la pasta per Supermarkets Italiani a Milano, Italia”.
Fotografia inedita tratta da W.J. Broehl, The International Basic Economy Corporation (…), 1968.
“Per quanto riguarda (…) alcuni prodotti freschi, il problema fu costituito dalla mancanza di merci adeguatamente preparate e controllate, attribuibile alle caratteristiche e alle politiche di vendita delle industrie alimentari.
Esselunga stabilì perciò di avviare la produzione in proprio già a partire dal 1959, realizzando un panificio, i cui prodotti vennero subito apprezzati dalla clientela. (…)
il laboratorio di gelateria riuscì a vendere persino durante l’inverno, quando gli altri produttori si fermavano, e poi arrivò un grande pastificio per ravioli, tortellini e gnocchi. “Nei negozi l’accoglienza è stata ottima. I prodotti sono di qualità eccellente e la gente risparmia il 50 per cento. È stata un’emozione per noi vendere uno dei prodotti alimentari preferiti dagli italiani a un prezzo che loro non avevano mai visto prima” scriveva[Richard] Boogaart (*) a Wallace Bradford nel 1959. L’anno successivo si aggiunsero un impianto per la torrefazione del caffè (…)
e un magazzino per la lavorazione e lo stoccaggio di salumi e formaggi (…).
Inoltre per la produzione di uova, fino ad allora largamente importate, ci si avvalse di un’altra società statunitense collegata alla IBEC, la Arbor Acres, che aveva sviluppato una razza di pollame particolarmente prolifica e di alta qualità.” (p. 66).
(*) primo amministratore delegato di Esselunga.
Nel 1956 aveva viaggiato in Italia per capire se la IBEC di Rockefeller poteva impiantarvi una catena di supermercati.
Decise di puntare le forze del management americano su Milano, scartando Roma. Sul primo supermercato di Esselunga leggi qui.
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