“Tra i collezionisti [d’arte] più importanti che in quegli anni erano anche clienti di Brunelli c’era (…) James Hugh Angleton (…) presidente della American Chamber of Commerce in Italia. (…)
Brunelli mi ha raccontato che Angleton (…) gli aveva rivelato l’idea di Nelson Rockefeller di studiare l’apertura di una catena di supermercati in Italia già durante la mostra sul “Settecento Veneziano” [curata da Brunelli]. L’ex colonnello dell’OSS era uno dei punti di riferimento per l’Italia della International Basic Economy Corporation (IBEC), l’impresa costituita da Rockefeller nel 1947 che già nella prima metà degli anni ’50 aveva aperto supermercati in diversi paesi latino-americani (…).
Angleton era a conoscenza dei propositi di Rockefeller di espandersi anche su questo lato dell’Atlantico e stava sondando il terreno, nell’ipotesi che fossero necessari soci locali disposti ad affiancare il magnate americano. (…) La IBEC aveva (…) una peculiarità: doveva “unire finalità filantropiche di promozione dello sviluppo soprattutto nei settori basilari delle economie locali e garantire un adeguato profitto agli investitori”, scrive Scarpellini. (…)
L’intera operazione non mancava di risvolti politici e, probabilmente, è anche qui che si spiega l’interessamento di James Hugh Angleton, ex agente dell’OSS e padre del capo stazione della CIA a Roma [James Jesus Angleton]. La IBEC doveva infatti mostrare le potenzialità del sistema di produzione basato sull’iniziativa privata nello stimolare lo sviluppo economico di un paese. (…)” (pp. 44 – 48).
Sotto : il referente di Marco Brunelli, James Hugh Angleton
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