In copertina: “L’uovo è glorificato in una fontana marmorea nell’azienda agricola Arbor Acres di Aprilia, Italia” (Fotografia tratta da W.J. Broehl, The International Basic Economy Corporation (…), 1968.).Foto inedita
Nelson Rockefeller non possedeva solo l’Esselunga in Italia . Aveva anche un’azienda, ad Aprilia, che produceva uova.
“Il risultato di avere quattro negozi a metratura piena, ciascuno con buone vendite, comparve quando si ebbero le cifre definitive di bilancio l’anno successivo: nel 1960 la compagnia ebbe un ricavo netto di oltre 200.000 dollari complessivamente.
Cosa era successo? In primo luogo, la crescita orizzontale stessa aveva generato economie di scala tali da consentire il funzionamento di un deposito centrale efficiente, una ripartizione realistica delle spese amministrative generali e l’acquisto di quantità di merci a prezzi agevolati. In secondo luogo, fu raggiunta l’integrazione verticale.
L’IBEC si unì con un’altra società statunitense, la Arbor Acres, per dare vita a un grande allevamento di pollame con impianto di trasformazione; in precedenza, quasi tre quarti delle uova consumate in Italia venivano importate (…).” (p. 54).
Nota inedita:
La Arbor Acres Farm rilevò nel 1961 la “Città dei Polli”, fondata nei primi anni ‘50 dall’imprenditore romano Armando Zaccardi. “Realizzata grazie ai contributi della Cassa del Mezzogiorno, era considerata l’azienda avicola più grande d’Europa (…) sorta sulla strada statale 148 (…).
Ora sono rimaste solo poche strutture abbandonate, è sorto in quell’area un quartiere residenziale. Era tutto all’avanguardia con sale di incubazione, reparti di confezione, capannoni di ultima generazione, garanzie di igiene e professionalità. Zaccardi ingaggiò tecnici indiani, manodopera specializzata, arrivando a produrre 3000 polli al giorno. I mercati di Roma e Milano venivano raggiunti da stive di moderni autotreni frigoriferi con i polli avvolti in sacchetti di cellophan. Le massaie erano un po’ diffidenti in quel periodo (*), preferivano quello [che] consideravano un pollo ruspante,
Nel 1957 la società entrò in crisi, una forte diminuzione della richiesta portò alla chiusura. La Cassa del Mezzogiorno aveva promesso un finanziamento di altri 350 milioni, il mandato di pagamento fu emesso quando erano rimasti i solitari galli di cemento che addobbavano le vasche dell’ingresso.” (P. IANNUCCELLI, Aprilia, La Città dei Polli, in https://www.news-24.it , 5/11/2020).
Una volta rilevata l’azienda, la Arbor Acres la trasformerà in allevamento di galline ovaiole, con circa 250.000 pulcini a schiusa al giorno (v. P. NENCINI, Frammenti di Aprilia sparita (…), Aprilia 2013, p. 25).
(*) da notare l’analogia con le prime clienti di Esselunga sulla carne confezionata: le clienti l’accettavano mal volentieri.
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Sotto:
Estratti dal libro P. NENCINI, Frammenti di Aprilia sparita (…), Aprilia 2013.
P. IANNUCCELLI, Aprilia, La Città dei Polli.
L’uovo di Aprilia oggi, da Il viaggio pontino di Stefano Orlando, pagina Facebook, 3 agosto 2020.
