“Oggi possiamo osservare che Nelson Rockefeller nutrì ambizioni politiche per gran parte della sua vita. Nel 1959, due anni dopo la fondazione di Esselunga, diventò governatore dello stato di New York. Partecipò per ben tre volte alle primarie del Partito repubblicano per la designazione del candidato alla presidenza degli Stati Uniti (…).
Poi, dopo lo scandalo del Watergate, quando Gerald Ford sostituì Richard Nixon alla presidenza, venne chiamato a fargli da vicepresidente.
La IBEC da lui fondata e gestita (1947-1977), (…) fu una delle sue idee migliori e merita un ulteriore approfondimento. (…).
Fulcro di quella che oggi chiameremmo la sua mission non fu soltanto il profitto, ma anche la crescita economica e sociale della zona di espansione. L’idea venne a Rockefeller nel 1937, durante un viaggio d’affari in Venezuela; tornò credendo nella necessità per gli investitori privati di assumersi anche responsabilità sociali nei paesi economicamente depressi (…).
Nessun’altra impresa privata “ha mai avuto come obiettivo aziendale l’apertura di nuove attività imprenditoriali nei paesi in via di sviluppo […] che comportava il rischio di ingenti perdite di capitale”: la IBEC infatti agì abbassando i prezzi (industriali e al dettaglio), costruendo case accessibili a tutti, mobilizzando risparmi e favorendo una migliore distribuzione dei frutti del progresso economico. Incorse effettivamente in molte perdite, ma il progetto globale fu un successo:
la IBEC operò in 5 continenti (America Latina, Nord America, Europa, Asia e Africa) e 33 paesi con 200 aziende, e fu coinvolta soprattutto nella fondazione e la gestione di supermercati, servizi per l’agricoltura, produzione e distribuzione di latte, fondi comuni di investimento, edilizia per la classe media, avicoltura (…). “ (p. 56).
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