Qual è il tallone d’Achille di Trump? Esso è prodotto dall’enorme e crescente deficit pubblico, che obbliga gli Stati Uniti a trovare ogni anno compratori di titoli del Tesoro per almeno duemila miliardi dollari in più – rispetto all’anno precedente – sperando di non dover aumentare gli interessi offerti per attrarre investimenti.
Se Trump fallisse in questa missione, se non riuscisse a contenere il peso del debito pubblico e ad assicurarne il finanziamento senza problemi, allora sarebbe destinato a fallire anche nella sua promessa più importante agli elettori: confermare nel 2026 i tagli alle tasse per le imprese già varati nel suo primo mandato (dal 35% al 21%) e di rafforzarli fino al 15%.
Qui entriamo in gioco noi europei, in due modi. In primo luogo, perché agitare la minaccia di dazi punitivi per Trump e la sua squadra è un sistema volto a obbligare altri Paesi a comprare e detenere più titoli di Stato americani; in questo modo gli Stati Uniti potrebbero finanziare il loro crescente deficit pubblico, tenendo sotto controllo i tassi d’interesse sul debito.
In sostanza, Trump sta cercando di mettere l’Europa davanti a una brutale alternativa: comprare più debito americano man mano che viene emesso – e comprarlo malgrado rendimenti contenuti – oppure rischiare di perdere l’accesso al mercato dei consumatori americani e a quel che resta dell’ombrello di sicurezza del Pentagono. Leggi questo articolo.