Redatto il 24 giugno, aggiornato il 23 agosto 2023
Premessa: me l’ero chiesto a giugno con questo titolo: Il Quick commerce affonda. Getir, dopo la Francia e la Spagna lascerà l’Italia? E ora è ufficiale,Getiri in Italia chiude. Ho modificato il titolo e aggiunto queste due righe di premessa.
Eccovi di seguito le ragioni dell’uscita di Getir dal mercato italiano:
l’ho riportato 10 mesi fa: il quick commerce è destinato a collassare.
Nel mio scritto evidenziavo due fatti :
- La velocità della consegna non è così essenziale per molti clienti
- E’ decisamente troppo costosa per chi la pratica.
I dati sembrano dare ragione a questa visione : fuga di capitali dal quick commerce.

La conferma è arrivata in Italia con l’uscita dal mercato di Uber Eats, annunciata il 22 giugno 2023.
Il problema è soprattutto sociale per due motivi :
- i lavoratori del settore , una volta licenziati, non hanno altre possibilità di fonti di reddito. Lo so da fonti affidabili, con cui lavoro con la Fondazione Guido Venosta.
- la risposta dell’accordo in sede UE, che vedete sotto, giunge tardi – il 13 giugno – per tutelarli (” toccherà alla presidenza di turno spagnola provare a compiere l’iter prima della scadenza della legislatura europea”, che si aprirà il 2 luglio 2023).

Oltre a Uber Eats anche Flink , in Germania, è ormai controllata da Rewe, che ha dischiarato che ci sarà un solo attore del Quick- commerce in ogni paese.
Mentre in Francia, dove era partecipata da Carrefour – ha prima comunicato che “ridurrà gli effettivi” e poi è finita in amministrazione controllata (Le Monde 5 giugno 2023).

Ma la notizia di ieri, 23 giugno 2023, è che Getir esce definitivamente dalla Francia.
Dopo esser finita in amministrazione controllata a maggio e aver dichiarato che riduceva il personale di 555 unità.
Era l’unica azienda che praticava il quick commerce in Francia.
Pochi giorni dopo ha annunciutao l’uscita dalla Spagna.
La filiale italiana seguirà la stessa sorte?
Getir, in Italia, è allleata con Just Eat.
Sotto Getir regala prodotti, un’operazione che “stona” con l’approccio tradizionale della distribuzione.
I segnali che l’era del cibo “discountizzato” a domicilio stia finendo ci sono tutti.

A settembre 2022 scrivevo : Il Quick commerce che con 120 milioni di € di fatturato era già marginale in Francia , rispetto ad un Delivery che pesa 11 miliardi di € è destinato a collassare?
Molto dipende dal valore dello scontrino di questo settore: è abbastanza alto da essere in grado di sostenere i costi?
Per dare un esempio pratico: se in Esselunga avevo uno scontrino pari a 33 €, il medesimo, nel Quick commerce, potrebbe assestarsi a 10 – 15 €, dove però, se si tratta di un servizio reso ad un’insegna della GDO, dovrebbero guadagnarci in tre : il driver, l’operatore di e-commerce ed il supermercato.
Tutto ciò mi sembra molto difficile.
Anche perchè , i dark stores, come quello sotto, situato in via Fabio Filzi a Milano, hanno un assortimento limitato a 2000 articoli circa, molto meno rispetto alla GD.
Per fare un esempio , nel 2016, Esselunga a Casa aveva in assortimento quasi 12000 articoli, tra drogheria, profumeria e prodotti per la casa (leggi : Esselunga a Casa contro Amazon). Esclusi i freschi.
Philippe Escande, editorialista economico di Le Monde, ha definito il Quick Commerce un modello economico irrintracciabile “non trouvable”.
Non trovabile e mai trovato.
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