Il Circolo culturale (poi Club) Turati nasce nel 1961 dalla fusione del Centro studi Filippo Turati con il CERES – Centro per le ricerche economiche e sociali (Ceres). Presieduto dall’ex ministro Ezio Vigorelli, aveva un direttivo che “tentava di rispecchiare le varie anime della sinistra milanese”, composto da Aldo Bassetti, Alessandro Bodrero, Giangiacomo Feltrinelli, Paolo Grassi, Giovanni Mosca (…), Vittorio Olcese e Eugenio Scalfari (i quali ultimi, tra l’altro, proprio in quegli anni entravano in società con Bassetti e altri per salvare il settimanale “L’Espresso”).
Bassetti spiega così il suo sostegno al Turati: “Abbiamo fatto il Turati perché il Partito socialista non aveva strutture culturali, per dare una documentazione ai suoi uomini del Comune. Ma non abbiamo voluto che il Turati fosse una dépendance del PSI. Noi non eravamo socialisti, eravamo un gruppo laico disposto ad una nuova politica“. Bassetti e Feltrinelli si assunsero i costi di gestione del Circolo. (SCIROCCO, “Le fiaccole di Prometeo”, pp. 155-156).
Si vede da questa frase un tratto della personalità di Bassetti, del suo impegno totale ed entusiasta in ogni campo della vita in cui s’impegnasse, non ultima la politica. Totalmente orientato a sinistra, anticlericale convinto, era però un uomo della discussione, della condivisione di idee e sentimenti che esulavano dalle etichette. Ovunque ci fosse un fermento di cultura, di dibattito, una “magia del fare”, si potrebbe dire, lui si faceva trovare e non risparmiava tempo e risorse perché questa magia diventasse il più possibile realtà.
Bassetti abbandona il Club agli inizi degli anni Settanta, insieme a Olcese, “polemici nei confronti della nuova direzione impressa al circolo da Carlo Ripa di Meana – segretario dal 1967 al 1969 – e dal suo successore Umberto Dragone” (Ibid., p. 169-170.).
Un sunto dell’intensa avventura di Bassetti nel Club Turati – e di ciò che lui diversi altri imprenditori della seconda metà del Novecento sono stati per l’economia, la società e la cultura italiane -, è nel ricordo scritto da Bruno Pellegrino, politico, giornalista, scultore e pittore, ed egli stesso presidente del Club:
Gli addii. Com’eravamo. Aldo Bassetti. Ieri pomeriggio ci ha lasciato l’ultimo dei “giovani leoni” dell’imprenditoria milanese degli anni Cinquanta/Sessanta. Una pattuglia di intraprendenti capi d’azienda, progressisti, con la passione per il dibattito delle idee e i suoi luoghi deputati, lo sviluppo di una nuova editoria libraria e giornalistica, l’amore per le arti e per il design. Aldo Bassetti assieme a Vittorio Olcese, Roberto Olivetti, Carlo Caracciolo, Piero Stucchi Prinetti e di alcuni intellettuali come Paolo Grassi, Armando e Roberto Guiducci, Franco Momigliano e Alessandro Pizzorno, avevano dato vita al Circolo, poi Club Turati. Volevano alimentare di idee e progetti i nascenti governi di centro – sinistra. Si chiude un mondo per molti lontanissimo, per me sentimentalmente molto vicino. Devo a loro il privilegio di aver potuto guidare il Club Turati, come prima di me, Armanda Guiducci, Carlo Ripa di Meana e Umberto Dragone. Grazie Aldo, non mancheranno occasioni e pensieri per rievocare quella stagione della vita, di Milano, della cultura, alla quale hai tanto contribuito. Buon riposo.” (B. PELLEGRINO, Gli addii).
Bibliografia:
Autoritratto di Bruno Pellegrino (https://www.brunopellegrino.it/autoritratto-di-bruno-pellegrino/ ).
B. PELLEGRINO, Gli addii, Ricordo di Aldo Bassetti, post su Facebook, 10 dicembre 2022 [sic] (https://www.facebook.com/bruno.pellegrino.92 ).
G. SCIROCCO, “Le fiaccole di Prometeo”. Circoli politico-culturali e centro-sinistra a Milano (1957-1969), in Milano. Anni Sessanta. Dagli esordi del centro-sinistra alla contestazione, a c. di C.G. Lacaita e M. Punzo, Manduria, 2005, pp. 131-171.
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti”. Giorgina Venosta e Aldo Bassetti, dagli anni’60 al 2021. Spunti dal libro (https://www.giuseppecaprotti.it/libro/giorgina-venosta-e-aldo-bassetti-dagli-anni60-al-2021/ ).
