“L’Espresso” inizia le sue pubblicazioni nel 1955 grazie alla volontà di Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari, ed ai finanziamenti di Adriano Olivetti, imprenditore-intellettuale che ha creduto nell’avventura di un nuovo giornale d’opinione che i due giornalisti gli hanno proposto. Solo due anni dopo, nel 1957, dato che le campagne aggressive della testata — in particolare contro la Edison — hanno creato gravi difficoltà commerciali alla Olivetti, con il rischio di un boicottaggio da parte dei grandi gruppi industriali, l’azienda, su pressione degli azionisti, impone a Olivetti la cessione della testata: questi allora dona la maggioranza delle azioni a Carlo Caracciolo, figura eminente del giornalismo e dell’editoria italiana che ha sempre sostenuto un’informazione di qualità e il diritto alle opinioni, diventando un simbolo della libertà di stampa in Italia.
Nel 1962-1963, la situazione per il giornale si fa critica: Publietas, la concessionaria di pubblicità legata alle pubblicazioni del gruppo Olivetti, è in difficoltà finanziaria. Carlo Caracciolo rischia di dover vendere una parte delle sue quote de “L’Espresso”.
A questo punto entra in scena Aldo Bassetti, il quale ha raccontato così la vicenda:
“Certamente il momento più significativo è stato quello della partecipazione all’acquisto delle azioni dell’ ‘Espresso’. (…). Eugenio Scalfari mi chiese un aiuto per superare quel difficile momento. Accettai e pensai di coinvolgere anche Roberto Olivetti e Vittorio Olcese. Roberto, dopo una rapida riflessione, fu favorevole e chiese soltanto che l’operazione venisse fatta senza coinvolgere però l’azienda Olivetti. (…) L’intervento di Roberto con me e Olcese doveva rimanere segreto. (…) Fu costituita una società dal nome ‘Piccolo Naviglio’ dove le quote apparivano essere possedute da me e da Vittorio Olcese: in realtà le quote erano in parti uguali mie, di Roberto e di Vittorio Olcese. (…)” (OLIVETTI, Roberto Olivetti, pp. 89-90).
Con questo intervento discreto ma decisivo, la “Piccolo Naviglio” garantì la stabilità azionaria dell’Espresso, permettendo alla testata di continuare il suo percorso come uno dei più influenti settimanali d’opinione in Italia.
Bibliografia:
D. OLIVETTI (a c. di), Roberto Olivetti, Quaderni della Fondazione Adriano Olivetti, 48, 2003: testimonianza di Aldo Bassetti, pp. 89-93 (https://www.byterfly.eu/islandora/object/librib:18437/datastream/PDF/content/librib_18437.pdf ).
E. SCALFARI, L’Espresso, formidabili questi anni, in “L’Espresso”, 30 settembre 2015 (https://lespresso.it/c/attualita/2015/9/30/lespresso-formidabili-questi-anni/8390 ).
L’Espresso, dal 1955 a oggi: le tappe di una grande storia di giornalismo che continua, 28 giugno 2022 (https://lespresso.it/c/-/2022/6/28/lespresso-dal-1955-a-oggi-le-tappe-di-una-grande-storia-di-giornalismo-che-continua/12713 ).
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 2024/3.
