Forse solo guardando il film “Sapore di mare”, diventato un vero cult degli anni ’80, tra l’altro in parte girato proprio al Forte, si può intuire, esagerazioni ed obbligatorie volgarità a parte, quale sia l’atmosfera spensierata, fresca e giocosa che anima le estati al Forte della “meglio gioventù” del dopoguerra, tra giochi da spiaggia, picnic, falò in riva al mare, serate a ballare le più note canzoni dell’epoca e flirt da batticuore fra ragazzi affascinanti e le “ragazze più belle del Forte”, come le chiama Lina Sotis che ne fece parte, così come mia madre Giorgina Venosta.
È il nonno Peppino a comprare negli anni ’30 Villa Nadina, una delle ville più prestigiose del Forte, e da allora le estati di tutti – compresa la mia di bambino, insieme a mia sorella Violetta e alle cugine Benedetta ed Elisabetta figlie dello zio Guido, a noi vicine di età -, saranno lì. Lo zio Claudio, ragazzino e poi ragazzo, è forse quello che ne godrà di più: gli scatti che sono rimasti dei numerosi amici ridenti sulla spiaggia o i ritratti di fanciulle che non avrebbero sfigurato sulle passerelle della moda e del fermano momenti luminosi di bellezza, gioia e gioventù.
Ma non è solo questo. Nelle parole dello zio a Villa Nadina questi ragazzi, che in buona parte si conoscono sin dalla nascita o dal tempo della scuola e frequentano lo stesso ambiente anche a Milano, tengono “per diversi lustri una sorta di accademia di lettere ed arti. Un vero e proprio cenacolo culturale dove si alternava la miglior borghesia in vacanza” e dove si parla di mostre, di libri, di opere d’arte, di musica, ore stimolanti quanto quelle passate a giocare sulla spiaggia. E c’è infine, per Claudio, forse un fattore in più: quando il nonno Peppino muore in un incidente stradale, nel 1952 (lo zio ha solo 14 anni), nel suo testamento lascia a lui l’amata proprietà versiliese. Si può dire che quel luogo tanto caro sia stato quasi da sempre doppiamente suo.
Ma, come nei film, tutto finisce. Nel 1972 lo zio sposa Paola Albera, sorella di Giuliana, la seconda moglie di mio padre Bernardo, poi il matrimonio finisce, e al momento del divorzio la villa passa nelle mani dell’ora ex moglie. Con la bella casa se ne vanno anche le estati al Forte, la “meglio gioventù”, le scorrazzate col Vespino, le conversazioni e i cuori più o meno spezzati. Restano solo le splendide foto velate di malinconia come i ricordi che ancora suscitano.
Fonti:
Albiate (MB), Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio della Manifattura Caprotti, Corrispondenza di Marianne Maire Caprotti, 1974.
Firenze, Archivio di Claudio Caprotti, Archivio fotografico.
Bibliografia:
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 2024/3.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. I tre fratelli Caprotti: Bernardo, Guido e Claudio, fine anni ’40. Spunti dal libro”.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. Le dimore dei Caprotti: Villa Nadina, Forte dei Marmi, anni ’60. Spunti dal libro”.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. I Caprotti e la famiglia: Giuseppe con lo zio Guido e lo zio Claudio a Forte dei Marmi, 1966. Spunti dal libro”.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. Giorgina Venosta : “Ragazze del Forte, le più belle signore di oggi“, di Lina Sotis, Sette, 5 luglio 2001. Spunti dal libro”.
