Lo zio Claudio, ultimo dei fratelli di mio padre, nasce nel 1938, 13 anni dopo Bernardo e 9 dopo lo zio Guido. Stando a una lettera di sua madre, mia nonna Marianne, viene al mondo perché il padre, il nonno Peppino, vuole una bambina, ma certo non sarà rimasto deluso dal terzo maschio, biondo e riccio come lo erano i suoi fratelli da piccoli.
Il bimbo cresce fra Albiate, dove si trova la casa di famiglia in Brianza, e Forte dei Marmi, dove c’è Villa Nadina, la casa al mare tra le più belle del posto dove si trascorrono le vacanze e che sarà per lui, divenuto ragazzo e uomo, uno dei luoghi più amati.
Claudio matura una grande passione per l’arte e l’architettura, mania di famiglia, si può dire (grandi architetti frequenteranno i Caprotti, restaureranno le loro case e progetteranno i loro supermercati); lui stesso disegna benissimo e dipinge con buon talento. Sempre dalle lettere della nonna Marianne sappiamo che avrebbe desiderato iscriversi alla Facoltà di architettura, ma interviene il primogenito Bernardo, mio padre, e pone il veto: non scherziamo, ci vuole una laurea utile per un futuro imprenditore. Claudio obbedisce, e s’iscrive alla Facoltà di economia e commercio all’Università Bocconi. L’arte e la pittura, come sempre successo tra i Caprotti (si veda soprattutto il trisnonno Beppo), rimangono come passioni del tempo libero.
Bibliografia:
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 2024/3.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. I tre fratelli Caprotti: Bernardo, Guido e Claudio, fine anni ’40. Spunti dal libro”.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. Le dimore dei Caprotti: Villa Nadina, Forte dei Marmi, anni ’60. Spunti dal libro”.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. I Caprotti e la famiglia: Giuseppe con lo zio Guido e lo zio Claudio a Forte dei Marmi, 1966. Spunti dal libro”.
