“Il trisnonno Giuseppe è abbonato a numerose riviste, finanzia esplorazioni geografiche e spedizioni commerciali, partecipa al Comitato per la spedizione allo Scioa che intende aprire gli scambi con l’Etiopia, aderisce con entusiasmo alla Società d’esplorazione commerciale in Africa, i cui bastimenti fanno regolare scalo a Massaua, si iscrive alla Società Africana d’Italia e alla Società Geografica Italiana. Intrattiene rapporti assidui con due dei più noti esploratori italiani dell’epoca. Il primo si chiama esattamente come lui, Giuseppe Caprotti: è un lontano parente, nato a pochi chilometri da Albiate, che vive a San’a’. In quella che oggi è la capitale dello Yemen, il Caprotti esploratore passerà trent’anni (…). Il Giuseppe industriale incarica il Giuseppe esploratore di rintracciare monete antiche e oggetti d’antiquariato che vengono spediti in Italia, aggirando le severe leggi dei turchi che all’epoca dominano la regione (…). Il secondo esploratore è il celebre Gaetano Casati, che è nato a Ponte Albiate ed è un amico d’infanzia. (…) quando l’esploratore verrà tenuto a lungo prigioniero (…), Giuseppe si adopererà con energia per raccogliere i fondi per una spedizione che tenti di liberarlo e per spingere il governo di Roma a intervenire. (…).
Beppo ha anche tanti altri interessi: legge – o vorrebbe leggere – di tutto, dalle riviste più disparate ai romanzi, e colleziona uccelli impagliati, mettendo insieme quasi 400 esemplari di tutta Europa; era il suo modo di viaggiare da fermo, più consono forse alla sua natura introversa e malinconica al tutto contraria rispetto a quella del fratello Carlo, simpatico, estroverso, viaggiatore prima per obbligo e poi per passione, che un po’ d’invidia gli deve suscitare. (ROMANO, I Caprotti, p. 248 sg.).
Ancor più importante, come detto, il suo interesse per l’Africa e le esplorazioni. Oltre agli oggetti antichi, tanto di moda all’epoca, e le monete, che gli consentono di formarsi una collezione numismatica di tutto rispetto, Beppo si fa mandare dal suo omonimo Caprotti anche qualcosa di altrettanto prezioso: il caffè yemenita, ancor oggi pregiatissimo, che Giuseppe commercia in grandi quantità. Il Giuseppe industriale ne compra spesso, a sacchi: un’occasione di affari, sempre ricercati dai Caprotti sotto a qualunque loro passione. Piace però pensare che, vendendo i suoi sacchi di caffè, il trisnonno abbia contribuito alla diffusione della bevanda in Italia come noi la conosciamo.
Fonti:
Albiate (MB), Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio della Manifattura Caprotti, Archivio di Giuseppe Caprotti (1837-1895).
Bibliografia:
Jean-François Breton, Micheline Breton. LES PHOTOS D’HERMANN BURCHARDT DE LA COLLECTION SARRAFIAN. Tempora. Annales d’histoire et d’archéologie, 2011.
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana”, Milano, 2024/3.
R. ROMANO, “I Caprotti. L’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza”, Milano, 1980.
E. SÀITA, “I Caprotti : aspetti privati, dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale”, 08/11/2022.
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti”. Giuseppe Caprotti e la storia del caffè arabica, tesoro dello Yemen. Spunti dal libro.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. Giuseppe Caprotti esploratore: il caffè e la Brianza. Spunti dal libro.
ID., “Le ossa dei Caprotti”. Giuseppe Caprotti esploratore e Giuseppe Caprotti imprenditore: stoffe e antichità. Spunti dal libro.
