Giuseppe Caprotti aveva stretti contatti con un altro Giuseppe Caprotti, suo esatto omonimo e brianzolo come lui, forse un “lontanissimo parente” (ROMANO, I Caprotti, p. 177), e che era il mio trisnonno. Uomo dai mille interessi, non si fa mancare anche quello – entusiasmante di sicuro – per “medaglie incomparabili, camei rari, impagabili, figli di tenebrosa, sublime antichità”, come canta Don Profondo nel rossiniano “Viaggio a Reims”. Grazie ai suoi contatti col suo omonimo lontano e con una quantità di mercanti d’arte e numismatica d’ogni tipo, Giuseppe forma una collezione, nota in famiglia come “Museo Caprotti”, composta da oggetti artistici, ma soprattutto da monete, per le quali nutre una grande passione. Non ferma certo i due l’idea del contrabbando. Con assoluta disinvoltura, Giuseppe esploratore scrive a Giuseppe imprenditore che, pur avendo il governatore proibito l’esportazione di oggetti antichi, avendo lui ottime relazioni colle Autorità è quasi sicuro di non incontrare opposizioni, “in caso contrario (…) spedisco via Aden, essendo facilissimo dalla parte di terra di fare il contrabbando” (Giuseppe esploratore a Giuseppe imprenditore, Sanaa, 24 luglio 1890).
Ogni volta che Giuseppe esploratore torna in Italia solitamente non manca di far visita al Giuseppe imprenditore, dal quale veniva sempre bene accolto e che gli accredita somme non indifferenti, come le 2000 lire del 1° ottobre 1888, “per acquistare per vostro conto diversi oggetti dell’Yemen”, non importa di quale specie siano. Il 22 novembre, da Sanaa, appena giunto dopo un viaggio di quasi un mese, Giuseppe esploratore comunica di avere già acquistato “coi denari da lei consegnatimi per circa 400 fr[anchi] di armi e monete, delle quali spero sarà soddisfattissimo [sic]. In due o tre mesi spero di poterle inviare una raccolta di ogetti [sic] diversi per l’ammontare di quanto mi ha consegnato (…)”.
Anche Luigi Caprotti, il fratello di Giuseppe e primo italiano a risiedere nello Yemen a rischio pure della vita, non esistendo un consolato cui fare riferimento in caso di guai, procura e spedisce oggetti, monete (“una piccola raccolta di monete antiche o in parte piuttosto recenti, ma tutte rarissime in Europa o anche sconosciute”, lettera da Sanaa del 23 febbraio/7 marzo 1889), ma anche “tappeti del paese, in modo che lei potrà arrangiare una camera all’araba” (Sanaa, 27 maggio 1889). La storia della “camera all’araba” durerà per un po’, sinché Giuseppe esploratore, in giugno, comunicherà ad Albiate che “per arrangiare una camera all’araba” non ci vogliono mobili, ma degli “stretti pagliericci intorno alla camera con molti cuscini piccoli, e coperti di qualche stoffa di cotone dai colori vivaci” (Sanaa, 10 giugno 1889). Dopo ciò, e forse grazie anche alle reazioni della famiglia, di “stanze arabe” in una dimora Caprotti non si parlerà più…
Si parla però delle stoffe mandate da Giuseppe imprenditore per la vendita nello Yemen. Giuseppe esploratore, attraverso di esse, comunica le differenze di vedute tra culture totalmente diverse: “furono accolte bene dagli arabi; temo però che quando si accorgeranno della poca durata dei colori reclameranno; però fino ad ora niente mi autorizza a pensare ciò (…). P.S. Ecco un difetto, so ben ridicolo, trovato in qualcuno de’ suoi tessuti secondo gli Arabi: invece di stracciarsi nel senso della trama come i percalli, si stracciano nel senso dell’ordito; siccome qui fanno poco uso di forbici, lo trovano un difetto grave!” (Giuseppe esploratore a Giuseppe imprenditore, lettera da Sanaa, 18 luglio 1889).
Certo non è facile commerciare in condizioni sempre difficilissime, sia per i commerci sia per la situazione politica. Il 21 gennaio 1892 Giuseppe esploratore scrive da Sanaa lamentandosi, e non per la prima volta, dei “dispetti” che gli fa la concorrenza (o addirittura i suoi datori di lavoro genovesi), tentando di rubargli le merci con trucchi e pretesti per rivenderli nei Paesi confinanti con molto più profitto. Giuseppe imprenditore, tuttavia, forse grazie anche al contatto diretto attraverso la famiglia in Italia che spesso gli trasmette le lettere del congiunto, non fa mai mancare il suo appoggio: “Lei quantunque mi sapesse senza un soldo, mi ha accordato la sua fiducia affidandomi molte merci, e di ciò le sarò sempre riconoscente (…). E anzi, delle sue merci c’è grande richiesta, e spero quest’anno di procurare ordini importantissimi, e ciò perché sono riuscito, per ora, a battere gli stessi tessuti indigeni (…)”. Come sempre (e come sovente nella corrispondenza “da lontano”), Giuseppe esploratore conclude con note di ambiente: “Qui fa un freddo indiavolato, e a memoria d’uomo è la prima volta che si vede l’inverno tanto freddo e persistente. Il termometro alla mattina è sempre sotto zero, e non si ha che a buttar dell’acqua in terra per vederla agghiacciare tosto.”.
Non abbiamo purtroppo la parte di corrispondenza relativa a Giuseppe imprenditore, presumibilmente rimasta nell’archivio del ricevente, ovvero di Giuseppe esploratore.
Fonti:
Albiate (MB), Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio della Manifattura Caprotti, Giuseppe Caprotti esploratore.
The National Library of Israel, Giuseppe Caprotti 1869-1919, Giuseppe Caprotti, 1900-1909, סימול ARC. Ms. Var. 525 02 01.1 Hermann Burchardt Archive, Hermann Burchardt Archive.
Bibliografia:
L. BELTRAMI, “Eugenio Griffini Bey, MDCCCLXXVIII-MCMXXV”, Milano, 1926
G.B. ROSSI, “El Yemen, Arabia Felix o Regio Aromatorum. Appunti di geografia, storia, usi e costumi (…)”, Torino 1927.
M. CARAZZI, “Caprotti, Giuseppe”, voce in Dizionario Biografico degli Italiani – vol. 19 (1976), da https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-caprotti_(Dizionario-Biografico)/
R. ROMANO, “I Caprotti. L’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza”, Milano 1980.
I. SANZÒ, “1897 – 1926. Oltre 100 anni di relazioni tra Italia e Yemen”, in “Bilqis. La Regina di Saba”, pubblicazione a cura dell’Ambasciata dello Yemen a Roma, n.2, giugno 2012, pp. 24-26.
P. F. FUMAGALLI, “Giuseppe Caprotti (Pobiga Di Besana Brianza, 1862-Magenta 1919): Quelques notes biographiques”, in «Chroniques du Manuscrit au Yémen», n. 9 (28)/Juillet 2019, “Giuseppe Caprotti de Besana Brianza (29 mars 1862-15 mai 1919). In memoriam”, pp. 36 – 40.
A. D’OTTONE RAMBACH, “Giuseppe Caprotti et son double – Entre manuscrits et monnaies yemenites”, in «Chroniques du Manuscrit au Yémen», n. 9 (28)/Juillet 2019, “Giuseppe Caprotti de Besana Brianza (29 mars 1862-15 mai 1919). In memoriam”, pp. 46 – 55.
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana”, Milano, 2024/3.
