Tomás Maldonado (1922-2018), nato a Buenos Aires, fu docente di Disegno industriale ad Architettura al Politecnico di Milano, cattedra per lui istituita nel 1994. Prima aveva insegnato a Bologna (’76-’84), un paio d’anni a Princeton e, tra il ’55 e il ’67, alla scuola di Ulm, nota come «Il nuovo Bauhaus», della quale fu direttore. Esponente della corporate image, che lo portò a insegnare materie quali comunicazione visiva, semiotica, teoria dell’informazione, quando conobbe Inge Feltrinelli, da poco vedova di Giangiacomo, passò dalla progettazione operativa a un ruolo più intellettuale, scrivendo molti libri pubblicati dalla casa editrice di via Andegari; nato pittore, membro fondatore del gruppo d’avanguardia argentino Arte concreto, svolse un ruolo importante nello sviluppo dell’arte moderna nei paesi latino-americani. Visse con Inge per oltre quarant’anni, morendo poco più di due mesi dopo di lei.
Maldonado entrò quindi con pieno diritto, sia come intellettuale e artista sia come compagno di una grande amica, nel giro di mia madre Giorgina [Venosta] , tra l’altro consulente d’arte con una sua società. La mamma teneva appesa in casa sua una cornice con una composizione fotografica che ora è nel mio archivio, e oltre a comprendere un’opera dell’artista (che fu tra l’altro esposta in una personale a Lugano nel 2015), unisce due immagini che testimoniano del rapporto di confidenza fra Maldonado, seduto al centro del divano, Giorgina (alla sua destra) e una delle amiche di sempre della mamma, Donatella Brustio (alla sinistra di Maldonado), moglie dell’architetto Pierluigi Cerri, tutti quanti a loro volta amici cari e di lunga data di Inge Feltrinelli.
Bibliografia:
Tomás Maldonado “Opere 2000–2015”, Galleria Allegra Ravizza, Lugano, dicembre 2015 – gennaio 2016
P. PANZA, Morto Tomás Maldonado, designer e poliedrico teorico dell’architettura, in “Corriere della Sera”, 26 novembre 2018 (modifica il 29 novembre 2018).
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 2023
