Il nonno Guido [Venosta] , padre di mia mamma Giorgina, amava la musica lirica. Era stato educato al suo ascolto e al suo apprezzamento fin da ragazzo, quando con i genitori, vestito “con Eton Jacket [giacchetta avvitata nera a tre bottoni] e grande colletto inamidato, naturalmente bianco”, andava alla Scala. Erano gli anni Venti, e il giovane Guido visse una delle stagioni più belle della grande lirica: sentì le interpretazioni di cantanti leggendari come il soprano Toti Dal Monte o il tenore Aureliano Pertile, vide dirigere Victor de Sabata, Wilhelm Furtwängler, Arturo Toscanini e Gianandrea Gavazzeni, visse momenti storici come la “Turandot” di Giacomo Puccini del 25 aprile 1926, quando Toscanini depose la bacchetta sul leggìo dicendo “Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto” (Puccini infatti se n’era andato neanche due anni prima, lasciando l’opera incompiuta, G. VENOSTA, Memorie, p. 18).
Questa passione gli restò tutta la vita, e probabilmente anche per questo ebbe modo di conoscere e frequentare “il” soprano, Maria Callas, famosa non soltanto per la sua voce e le sue capacità d’interprete, ma anche per la sua bellezza e la sua intensa vita sociale, che riempì i rotocalchi per anni. La loro dovette essere una bella amicizia, a giudicare da una delle foto presenti negli album del nonno, con l’affettuosa dedica “A Guido e Carla [la seconda moglie, Carla Fossati Bellani] carissimi amici con tanto affetto. Maria, 1957”.
Fonti:
Albiate (MB), Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio di Guido Venosta, “Memorie” inedite.
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 2023
