“Mio padre, che antivedeva il futuro con grande saggezza, riteneva che io dovessi imparare l’inglese in modo perfetto. Pensava infatti che, se già quasi tutto il mondo più avanzato di allora parlava inglese, nell’immediato futuro tutti gli sviluppi della scienza sarebbero stati espressi in lingua inglese. Di qui la decisione che io passassi tutte le vacanze estive di ginnasio e di liceo in Inghilterra. Dopo gli opportuni contatti fu trovata una famiglia disposta ad ospitarmi ad Ascot, nel Berkshire. (…). La casa, un grande cottage che sorgeva su un prato di erba rasatissima e verde, possedeva un campo da tennis, dove si giocavano innumerevoli partite con alterne vicende. (…) Durante questi periodi di soggiorno in Inghilterra venivo solitamente affidato alle cure del Sig. Lombardini, Amministratore della Casa Pirelli a Londra, che mi forniva i pochi mezzi dei quali avevo bisogno ma che, soprattutto, mi faceva conoscere alcuni tra i più noti ristoranti di Londra, che mi stupirono per la loro magnificenza e per l’efficienza del servizio. (…)”.
Fonti:
Albiate, Archivi di Villa San Valerio, Archivio di Guido Venosta, G. VENOSTA, Memorie inedite (1996-97), pp. 15-17.
