“A Villa Nadina, la casa di famiglia in Versilia che andò poi a mio zio Claudio, risiedeva (…) la prima moglie di quest’ultimo, Paola Albera – sorella di Giuliana, la seconda moglie di mio padre – che si era poi risposata con il finanziere Orazio Bagnasco, già vicepresidente del Banco Ambrosiano ai tempi di Roberto Calvi.” (p. 286).
La villa, che era stata acquistata dal nonno Peppino, era una delle più prestigiose della via Leonardo da Vinci.
“Progettata dall’architetto romano Tullio Rossi nel 1936 sullo stile della villa-fattoria con parco immenso (…)”, alla morte del padre nel 1952 la villa fu ereditata dal più giovane dei tre figli Caprotti, Claudio. Lui stesso ricordava come ‘quell’immobile immerso nel verde fu ‘per diversi lustri una sorta di accademia di lettere ed arti. Un vero e proprio cenacolo culturale dove si alternava la miglior borghesia in vacanza (…)’. Quando Claudio si separò dalla moglie Paola Albera, le lasciò la villa, infine venduta ad un magnate russo.
Da allora, la casa dove mia madre e mio padre decisero di sposarsi, la casa di tante estati dell’infanzia non ha più fatto parte della storia dei Caprotti.
Come in molte altre vicende di questa famiglia venni a sapere della vendita dai giornali.
(citazioni da F. NAVARI, Venduta ai russi la casa dei Caprotti: la ‘dynasty’ Esselunga lascia il Forte, in “La Nazione – Viareggio”, 22 agosto 2018).
Dmitry Bosov il miliardario russo che ha comprato la villa nel 2019 (per più di €18mn) si è suicidato (o è stato ucciso) l’anno dopo:
Bosov aveva 5 figli:
L’anno scorso Villa Nadina e giaceva in stato di abbandono.
