L’articolo fa parte di una serie scritta sulle industrie tessili in Italia in occasione dell’Esposizione universale di Bordeaux (1895), dove la Manifattura Caprotti è presente con un proprio stand.
Valentin Dumesnil ha visitato personalmente diverse aziende tessili della ricca e laboriosa regione lombarda, dove abili imprenditori hanno saputo portare le loro fabbriche al livello del progresso moderno, ispirandosi nella loro produzione ai gusti e ai bisogni dell’oggi.
Tra queste, al primo posto è sicuramente la ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe di Ponte Albiate, e il giornalista rimarca immediatamente, per averlo constatato di persona durante una sua visita, il felice e benefico influsso ch’essa ha nel contribuire ad assicurare il benessere a un gran numero di operai della regione. È stata la seconda impresa a introdurre la fabbricazione meccanica nell’industria italiana, nel 1866, ed è tuttora dotata dei più moderni mezzi di produzione. Lo stabilimento è posto lungo il corso del Lambro e lungo una strada frequentata da turisti: i proprietari, i figli di Giuseppe (del quale ultimo, scrive il giornalista, è pubblicata la fotografia, ma si tratta in realtà di suo figlio Bernardo, il mio trisnonno), la fanno visitare “con la più franca cordialità” a tutti coloro che desiderino conoscere il percorso della tessitura e a tutti gli esperti che domandino delucidazioni. Le cifre della produzione – quasi tre milioni di metri di stoffa all’anno a prezzi di forte concorrenza, sempre migliorati e aggiornati senza aumentare i prezzi al consumo –, il reparto di tintoria, uno dei punti di maggior forza, più di 500 operai impiegati stabilmente nelle migliori condizioni di lavoro e un fatturato di circa due milioni e mezzo ne fanno un’organizzazione industriale che, a detta del giornalista, ha pochi rivali in Italia.
Nonostante i successi, i proprietari hanno deciso di evitare qualunque genere di pubblicità invadente o aggressiva, e di non partecipare che a pochissime esposizioni sia lombarde sia internazionali, potendo così vantare solo poche distinzioni di merito, anche se di valore: la medaglia d’argento all’Esposizione provinciale di Monza nel 1871, la medaglia d’oro all’Esposizione agricola e industriale di Como del 1872, la medaglia d’argento all’Esposizione nazionale di Milano nel 1881 e infine la medaglia d’argento all’Esposizione internazionale di Bordeaux di quell’anno. La Caprotti sarebbe stata presente anche all’Esposizione di Atlanta, allora in preparazione, grazie alle numerose esportazioni dei suoi prodotti nel Nuovo Mondo. Là – il giornalista ne è certo –avrebbe certamente ricevuto la definitiva consacrazione che un’azienda, la quale dava il maggior lustro possibile all’industria del suo paese, aveva il diritto di aspettarsi.
Purtroppo non è riuscito di trovare il medagliere dell’Esposizione di Atlanta, che si tenne dal 18 settembre al 31 dicembre di quello stesso anno. Ma sono ragionevolmente sicuro che, date le premesse, la Manifattura si sia fatta certamente onore.
Fonti:
Villa San Valerio (MB), Archivi di Villa San Valerio, V. DUMESNIL, “L’établissement Bernardo Caprotti di Giuseppe à Ponte Albiate (Prov. De Milan), dans «L’Encyclopédie Contemporaine illustrée», Paris, 15 settembre 1895” [La ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe a Ponte Albiate, provincia di Milano, in «L’enciclopedia contemporanea illustrata», Parigi, 15 settembre 1895].
Bibliografia:
Bibliothèque Nationale de France, Catalogue collectif de France “Liste officielle des récompenses décernées par le jury international de la XIIIe exposition de Bordeaux en 1895”, Bordeaux, 1895.
Atlanta, United States 1895. Cotton States and International Exposition.
G. CAPROTTI, Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana, Milano, 2024/3.
ID., I Caprotti: aspetti privati, dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale, 08/11/2022.
ID., “Manifattura Caprotti: la sicurezza sul lavoro in un’impresa tessile”, 08/12/2024.
