Nella foto di copertina: da sinistra a destra: Carlo Rognoni, allora direttore di “Panorama”; Mario Formenton, presidente di Mondadori; Emilio Fossati, direttore generale di Mondadori; Aldo Bassetti; Simonetta De Benedetti, allora moglie di Eugenio Scalfari; Gianni Rocca; Gianpaolo Pansa ed Eugenio Scalfari ad un brindisi per la fondazione di Repubblica nel 1975 [Grazie a Guido Barendson per il suo contributo].
Aldo Bassetti, appartenente a una delle grandi dinastie del tessile lombardo, italiano e internazionale, imprenditore di successo (e secondo marito della madre di Giuseppe Caprotti, Giorgina Venosta), ha avuto un ruolo cruciale nella fondazione de “La Repubblica”, lanciato nel 1976. Bassetti, insieme ad altri soci tra cui Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari (con cui, un decennio prima, aveva già contribuito a salvare il settimanale “L’Espresso” facendone poi una delle maggiori testate d’opinione del Paese), aveva infatti riconosciuto la necessità di un nuovo quotidiano che potesse rispondere a una domanda crescente di informazione libera e pluralista in un’Italia che stava attraversando profondi cambiamenti.
“La Repubblica”, infatti, nacque in un contesto storico segnato dalla fine del periodo del boom economico e dall’insorgere di forti tensioni politiche e sociali caratterizzate da violenza politica e terrorismo (i cosiddetti “Anni di Piombo”). Il quotidiano si distinse fin da subito per il suo approccio innovativo, proponendo articoli d’approfondimento, inchieste e una visione critica dei fatti. Sotto la direzione di Scalfari, si posizionò come voce di riferimento per la sinistra progressista italiana.
Bassetti, in qualità di imprenditore e finanziatore, contribuì non solo al capitale iniziale ma anche alla creazione di una struttura editoriale solida. La sua visione imprenditoriale fu fondamentale per garantire la sostenibilità economica del progetto, affrontando le sfide legate alla concorrenza con altri quotidiani già affermati come il “Corriere della Sera” o “La Stampa”. Il successo di “La Repubblica” può essere attribuito anche alla scelta di un linguaggio chiaro e diretto, che rendeva le notizie accessibili a un pubblico ampio. Il giornale poi ha saputo attrarre lettori giovani e intellettuali, diventando rapidamente uno dei quotidiani più letti in Italia: nei primi anni ’80, infatti, si affermò come uno dei principali quotidiani nazionali, raggiungendo picchi di tiratura che superarono le 500.000 copie. Questo successo fu anche merito dell’innovativa strategia di marketing e comunicazione messa in atto da Bassetti e dal suo team, che ha contribuito alla modernizzazione del panorama informativo italiano, ispirando altri giornali a perseguire standard elevati di giornalismo.
Infine, l’impatto de “La Repubblica” non si limitava solo all’editoria: il suo contributo alla vita politica italiana è stato significativo, influenzando dibattiti pubblici e contribuendo a formare una coscienza critica tra i cittadini. In questo Aldo Bassetti ha avuto un ruolo cruciale: s’impegnava infatti particolarmente nella promozione di valori come l’indipendenza editoriale e la responsabilità sociale dei media, contribuendo a creare un giornale che non solo informava, ma anche formava l’opinione pubblica su temi rilevanti come i diritti civili, la giustizia sociale e la democrazia. Bassetti inoltre, profondamente influenzato anche dalla propria storia personale (durante la Seconda guerra mondiale una sua zia fu uccisa durante un rastrellamento nazista), puntava su un forte impegno per l’antifascismo, la libertà di stampa e per una narrazione che riflettesse le diverse sfaccettature della società italiana.
Bibliografia:
G. CAPROTTI, Eugenio Scalfari, grande amico di Aldo Bassetti e Giorgina Venosta, 27/08/2024 (https://www.giuseppecaprotti.it/eugenio-scalfari-grande-amico-di-aldo-bassetti-e-giorgina-venosta/ )
Repubblica, la, voce in Treccani, Enciclopedia on line (https://www.treccani.it/enciclopedia/la-repubblica/ ).
