Peppino nasce nel 1899, per la massima gioia dei genitori che già avevano due figlie, Carolina (Lina) e Silvia. Cresce ad Albiate, un bambino tutto sommato felice e chiassoso, fino a che arriva l’età degli studi.
Nella famiglia Caprotti, l’interesse per una buona formazione esterna all’azienda è relativamente recente, e segue non solo il fatto che, con la nuova Italia, l’istruzione di base diventa obbligatoria, ma anche la volontà di dare ai figli un’educazione completa e prestigiosa al di là di quella eminentemente tecnica e della morale familiare.
Dopo aver frequentato le elementari, il decenne Peppino viene mandato per due anni a studiare in Svizzera, come già suo nonno e un paio di zii.
Tornato in Italia, Peppino frequenta una «scuola commerciale elementare» di Milano (ROMANO, I Caprotti, p. 254), e poi il ginnasio.
La sua prima formazione si ferma qui, anche perché non è certo uno studente appassionato, e mostra lati della personalità preoccupanti per un futuro imprenditore. In una lettera al padre del giugno 1915, la madre Bettina lo scrive chiaramente: “Vorrei poter infondere un po’ di volontà e di forza morale nel nostro Peppino per prepararlo alla lotta, per innamorarlo del lavoro (perché per gli studi non ha molta tendenza) (…). Pensiamo insieme e vediamo di metterlo su una buona via. (…)”.
Visti i risultati successivi, si può dire che, anche se con una certa fatica, i buoni genitori ci siano riusciti.
Fonti:
Albiate, Archivi di Villa San Valerio, Archivio Manifattura Caprotti, Giuseppe Caprotti. Lettere della madre Bettina, b. 171, Lettera di Bettina Caprotti al marito Bernardo, Seriate, 14 giugno 1915.
Bibliografia:
R. ROMANO, I Caprotti. L’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza, Milano, 2008, p. 254.
