Per noi, bambini cresciuti con una forte influenza straniera (nonna francese, tate tedesche, soggiorni svizzeri, abitudini americane (*)…), la caccia alle uova nascoste tra prati ed alberi era cosa normale, in un’epoca in cui in Italia questa tradizione non era affatto comune.
Ci riuniamo dunque per l’immagine di rito io, Violetta e i cugini con le nostre madri, Giorgina (bruna) e Maria Luisa detta Lu (bionda), le cui figlie Benedetta ed Elisabetta in azzurro e blu sono a fianco di Violetta vestita di rosso. Dietro a me Matteo Rivolta, figlio di Virginio, e accanto a lui il biondissimo Aldo Rivolta, figlio di Luigi, fratello di Virginio, la cui madre è Vanna Austoni, sorella di Lu.
Questa foto è stata probabilmente scattata non ad Albiate ma a Macherio, a casa dei Rivolta. Virginio e Luigi Rivolta, industriali tessili anche loro, erano amici di famiglia . Virginio è nella foto del libro dove vengono ritatti gli amici di papà il giorno del suo matrimonio con mia madre Giorgina.
È un’immagine della mia infanzia che mi è molto cara, piena della tenerezza dei ricordi, perfetta per augurare una Pasqua serena a tutti.
(*) Francia e USA influenzano soprattutto i nostri usi a tavola: non solo si mangiava spesso cibo francese – la quiche lorraine o il soufflè – ad esempio, ma papà, tornando dal Texas, dove aveva lavorato nel tessile, ci aveva abituato a mangiare corn flakes e tomato ketchup. Quest’ultimo era adorato da Violetta che, all’epoca, non mangiava carne senza averla condita con la “salsa americana”.
Queste abitudini hanno sicuramente influito sulle nostre scelte assortimentali successive, negli anni, in Esselunga : noi , sugli scaffali, avevamo prodotti “diversi” dagli altri perchè li conoscevamo e ci piacevano, oltre perchè la clientela del centro di Milano ce li chiedeva. Mi riferisco, ad esempio, ai formaggi francesi, a certi tipi di acqua, di vino, di biscotti, etc..
Grazie a Eleonora Sàita e a Roberta Liberale
