Redatto il 19 novembre, aggiornato il 20 novembre 2024
di Sara Gandolfi
Rapporto scientifico alla COP sui rischi del Mare Nostrum: si alzerà fino ad un metro a fine secolo. In aumento temperature e inondazioni
Il Mediterraneo eroderà fino a 23 metri di coste, a rischio spiagge e città: il mare si alzerà fino a un metro a fine secolo
Nuovo SOS per il Mediterraneo alla Conferenza dell’Onu sul clima in corso a Baku. Lunedì, gli scienziati del MedECC (Mediterranean Experts on Climate and environmental Change) hanno pubblicato un nuovo report sui rischi costieri del Mare Nostrum. Le prospettive sono da incubo. Nella regione, il temuto aumento di 1,5° C rispetto all’era pre-industriale è stato raggiunto già nel 2020 ed entro fine secolo potrebbe addirittura toccare i 2,9°C, nello scenario peggiore. E anche il mare ha “la febbre”: l’aumento della temperatura dell’acqua oscillerà fra 2,7 e 3,8°C a fine secolo.
Quello che preoccupa forse di più gli esperti è però la velocità con cui si sta alzando il livello del mare: circa 2,8 mm all’anno, il doppio della media del 20° secolo. Si prevede che il trend continuerà a un ritmo che dipenderà dalle future emissioni di gas serra. Entro la fine del secolo il livello del mare potrebbe salire di oltre un metro, con il conseguente aumento di inondazioni costiere. «L’innalzamento relativo del livello del mare ha già aumentato la frequenza di alluvioni del centro storico di Venezia», conferma il report.
«Sono ad alto rischio di erosione sia le spiagge del Nord-est sia le piccole spiagge del Sud Italia, che potrebbero sparire. Il processo è irreversibile su una scala di secoli o millenni». Un futuro inquietante, conferma Piero Lionello, professore ordinario di Oceanografia e Scienze dell’Atmosfera presso l’Università del Salento e presidente della rete MedCLIVAR: «Il livello del mare è un’enorme inerzia. Non si può arrestarlo o contrastarlo velocemente. Anche se noi riducessimo velocemente le emissioni ormai continuerebbe ad aumentare per l’inerzia termica degli oceani che continuano ad assorbire calore, quindi ad espandersi», spiega. «Ci sono scenari, cosiddetti “improbabili ma plausibili”, che parlano di 15 metri di innalzamento entro il 2300».
Altrettanto allarmante è il tasso di erosione costiera che oscillerà tra i 17,5 e i 23 metri entro il 2050 e addirittura fra 40 e 60 metri a fine secolo. Le conseguenze più drammatiche si osservano nelle aree di foce dei fiumi, nei tratti costieri intorno ai porti e ad altre infrastrutture costiere. «In assenza di adeguate misure di adattamento e protezione, l’erosione delle spiagge aumenterà nei prossimi decenni, incrementando anche i rischi di danni causati dalle tempeste e riducendo l’estensione delle aree destinate al turismo», confermano gli esperti.
Le precipitazioni diminuiranno su gran parte del Mediterraneo, ma le forti piogge aumenteranno in alcune zone settentrionali, quindi anche in Italia. La costa mediterranea è tra le regioni del mondo con la più alta probabilità di inondazioni ed è probabile che la frequenza degli eventi estremi sul livello del mare, che si verificano una volta ogni 100 anni, aumenti almeno del 10% entro il 2050 e del 22% entro il 2100.
Un capitolo a parte riguarda i rifiuti in mare. «Il Mar Mediterraneo è una delle aree più inquinate dalla plastica in tutto il mondo», si legge nel rapporto. «La plastica galleggiante si accumula lungo le sue coste a causa delle attività umane e della circolazione marina. La plastica rappresenta fino all’82% dei rifiuti osservati, il 95-100% dei totale dei rifiuti marini galleggianti e oltre il 50% dei rifiuti marini dei fondali marini nel Mediterraneo».



