Che il primo Bernardo considerasse il dominio austriaco in Lombardia come una dura oppressione straniera, è molto probabile, come pure è probabile che egli seguisse con simpatia gli avvenimenti che portarono alla liberazione della sua terra. Ma l’amor di patria focoso e idealistico che animava alcuni gruppi di borghesia non era fatto per lui, solido e concreto lombardo: così, nell’imminenza delle guerre d’indipendenza, una delle sue principali preoccupazioni era l’intralcio del commercio che quelle imprese più o meno gloriose portavano con sè.” (ROMANO, I Caprotti, p. 267).

Le simpatie irredentiste di Bernardo possono essere confermate dalla ricevuta dell’Associazione Unitaria Italiana a cui, il 16 novembre 1859, versa 100 lire onde acquistare fucili proposto da Giuseppe Garibaldi per la “causa nazionale”. La somma però, pur non essendo certo bassa, è prudente: solo 100 lire. I denari, quelli veri, sono destinati agli affari.

Di Bernardo non abbiamo foto, purtroppo, ma solo la prima veste grafica dell’azienda che fondò ufficialmente nel 1840: “La Bernardo Caprotti di Giuseppe”.

 

Fonti:
Albiate (MB), Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio della Manifattura Caprotti, Archivio di Giuseppe Caprotti (1837-1895).

 

Bibliografia:
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana”, Milano, 2024/3.
R. ROMANO, “I Caprotti. L’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza”, Milano, 1980.
E. SÀITA, “I Caprotti: aspetti privati, dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale”, 08/11/2022.
EAD., “La ‘Guardia Nazionale di Albiate’. Documenti dall’Archivio Caprotti, in «Sagra di San Fermo», rivista della manifestazione, 2006, pp. 18 – 19.

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Spunto dal libro: "Le ossa dei Caprotti" Tra Garibaldi, la Cia ed Esselunga, il racconto ben documentato della famiglia che ha rivoluzionato per sempre le abitudini degli italiani.
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