La fotografia, scattata forse da mio nonno Giuseppe Caprotti, ritrae la famiglia dalla parte della madre Bettina. Il secondo da sinistra è infatti suo fratello Guido Caprotti, il “gaudente” zio Guido che aveva avuto un ruolo importante nel sostenere e incoraggiare Giuseppe durante i suoi studi alla scuola tessile di Épinal (pp. 37 – 39). Accanto a lui forse Silvia, sorella di Giuseppe, la sua giovane moglie, Marianne Maire conosciuta proprio a Épinal, la madre Bettina che tiene in braccio la nipotina Lina, una donna non identificata, e infine, seduti sul muricciolo, lo zio Arnaldo, fratello di Bettina e Guido, e Bernardo, marito di Bettina e padre di Giuseppe
Con l’albero genealogico aggiornato ed alcune note del 21 novembre 2023.
Il riordino degli archivi delle famiglia Caprotti , che si trovano ad Albiate, è stato curato dalla dottoressa Eleonora Sàita ed è durato tre anni, dal 2007 al 2010.
Esso è stato effettuato grazie anche all’intervento del professor Carlo Capra , ordinario di Storia dell’età dell’illuminismo presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Milano e membro della Società Storica Lombarda
Eleonora Sàita si è laureata in storia medioevale presso l’Università Statale di Milano, dove ha poi conseguito anche il dottorato di ricerca.
Diplomata alla Scuola di Archivistica, paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato di Milano, Eleonora Sàita ha lavorato per molti anni quale archivista in Lombardia e in Liguria, riordinando diversi fondi archivistici antichi, moderni e contemporanei.
Premessa:
I Caprotti sono testimoniati quali abitanti e proprietari di terre nella zona del Lambro alla fine del Seicento, con Antonio del fu Giovanni Battista (1685).
La loro attività nel campo della manifattura tessile cominciò forse, tra Settecento e Ottocento, con Giovanni Caprotti, ma fu il nipote Bernardo a fondare, attorno al 1840, la ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe, con cui ebbe veramente inizio l’espansione dell’azienda.
Cronistoria dell’avventura della famiglia Caprotti nel campo del tessile
I Caprotti abitavano nella zona del Lambro ed erano proprietari terrieri già alla fine del Seicento.
Alla fine del Settecento avviano l’attività di manifattura tessile e partecipano alla prima Rivoluzione Industriale europea, grazie a Giovanni Caprotti e al di lui figlio Giuseppe Caprotti.
1830
la Manifattura Caprotti risulta attiva sotto la direzione di Giuseppe (1782? – 1851), mercante imprenditore, il quale ereditò dal padre, Giovanni (1737?-1809), un laboratorio, anche se molto artigianale, di tintoria.
1840
Bernardo 1 (1804-1864), figlio di Giuseppe imprime la svolta decisiva all’attività di famiglia fondando la ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe (nome che che sopravvisse al fondatore sino alla trasformazione in società anonima, nel 1907), che dispone di elementari macchinari per la preparazione del filato di cotone, e di due magazzini, uno a Ponte Albiate, ove si trova lo stabilimento principale, e uno a Saronno, attivo almeno fino al 1855.
![Bernardo-Caprotti-di-Giuseppe [1830 – 1907]](https://www.giuseppecaprotti.it/2019/wp-content/uploads/Bernardo-Caprotti-di-Giuseppe.jpg)
I Caprotti diventano imprenditori tessili ma rimangono proprietari terrieri: le due attività sono integrate.
A fine Ottocento, 900 persone della zona intorno ad Albiate traevano sostentamento, totale o parziale, dalle coltivazioni di terreni appartenenti ai Caprotti.[1]
L’impresa tessile dava lavoro a 487 operai e operaie assunte. Tuttavia il 73% del costo dei salari era costituito da cottimi (contadini che lavoravano le terre e anche i filati di cotone).[1]
[1] Vedi Caprotti (famiglia) su Wikipedia.
1866
Gli operai sono 1’500 , a Carate, Albiate, Giussano, Verano, Paina, Seveso e Cabiate.
1867 circa
I figli di Bernardo , Giuseppe (1837-1895) e Carlo (1845-1926), intraprendono un capillare progetto di meccanizzazione su larga scala dell’azienda, creando un vero stabilimento industriale (*) secondo i moderni criteri e aumentando la produzione tanto da arrivare, nei primi anni Settanta, alla vendita di filati Caprotti a terzi, che , a loro volta, li rivendono.
(*) una fabbrica accentrata , ad Albiate, ma una anche a Macherio dove, quando è stato chiuso lo stabilimento, al suo posto è stato costruito un superstore Esselunga.
1872 – 1873
A luglio Giuseppe (Beppo) e Carlo (da tempo stabilitosi in Svizzera, a Zurigo, dove, nel settembre 1871, aveva sposato Selina Hüber), maturano la decisione di procedere alla separazione dell’asse ereditario paterno, che si concretizza nella liquidazione del fratello minore nell’interessenza della ditta con atto rogato in Milano dal notaio Girolamo Corridori il 21 gennaio 1873.
Alla base della separazione probabilmente ci sono visioni diverse sul lavoro ma anche il fatto che Carlo abbia sposato una protestante. Giuseppe (Beppo) non si presenta al matrimonio e Carlo, con i suoi parenti svizzeri, “non se ne da pace” (lettera di Carlo a Giuseppe, da Zurigo, del 10 settembre 1871). I due fratelli, nonostante la separazione, manterranno dei rapporti cordiali e rispettosi.
1873
Giuseppe continua nella sua politica di investimenti, avviando la costruzione di un vasto locale a uso di tintoria e continuando nell’acquisto di telai meccanizzati e macchinari sempre più moderni ed efficaci.
1875
Il 1 marzo Carlo Caprotti costituisce con un socio a Scanzo (BG) la Società Caprotti e Güttinger per la fabbricazione meccanica di tessuti colorati di cotone e misti.
Sull’attività dell’azienda e la figura di Carlo il quale, il 20 gennaio 1880, entrò ufficialmente nella Comunità evangelica e nel 1907 fu il primo presidente della Federazione bergamasca industrie tessili.
Gli è stata dedicata una particolareggiata scheda sito Web della mostra Per filo e per segni. Innovazione e creatività dell’industria tessile a Bergamo tra XIX e XXI secolo, tenutasi al Museo di Bergamo dal 1 marzo al 7 settembre 2008, purtroppo non più disponibile.
Esiste inoltre a Bergamo una Villa Caprotti.
1892
A maggio Giuseppe , da alcuni mesi colpito da una grave malattia cerebrale che lo ha ridotto in stato di totale incoscienza da cui non si riprenderà più fino alla morte, viene interdetto dal tribunale e nella gestione della ditta gli subentrano i figli Bernardo 2 (1868-1928, il quale, il 15 giugno 1893, avrebbe sposato la cugina Bettina figlia dello zio Carlo (e ciò nonostante i forti dissapori tra il padre Giuseppe 2 e lo zio), Emilio (1871-1963) e, in posizione marginale, Antonio 2 (1869-1899) e Giovanni 3 (1879-1921).
1906
Bernardo (il mio bisnonno) , in concorrenza col fratello Emilio , compartecipa alla costituzione della Società anonima Manifattura di Valle Camonica per la tessitura di cotone a colori, con sede in Milano, piazza Castello e stabilimento a Ponte Barcotto in Valle Camonica.
La società aveva come il maggior azionista Vittorio Olcese.
Le cose sarebbero andate talmente male che la Società sarebbe stata messa in liquidazione già nell’ottobre 1913.
1907
Ad Albiate le cose vanno meglio e Bernardo ed Emilio, nonostante il “contrasto profondo tra i due fratelli Caprotti” (Roberto Romano, op. cit.) , per meglio supportare i propri ambiziosi progetti, decidono la costituzione della Società anonima Cotonificio Caprotti, avente per oggetto la filatura del cotone, la tintoria, la fabbricazione di tessuti in colore ed il commercio relativo ad industrie affini.
Il 1907 è anche l’anno di uno sciopero (la “serrata” di Ponte Albiate, Corriere della Sera, maggio 1907).
1913
Oggettive difficoltà di mercato e screzi [2] fra i soci portano la società al tracollo, alcuni creditori iniziano la procedura giudiziaria per ottenere il rimborso del proprio credito e le azioni scendono dalle 100 lire iniziali a 5 lire.
[2] i Caprotti avevano anche soci minoritari e gli amministratori, tra i quali i due fratelli, subiranno procedimenti per falso in bilancio (1917-1922).
1923
Passata la guerra, la società, ormai da tempo esistente solo sulla carta, viene ufficialmente liquidata, e i fratelli Caprotti prendono strade diverse.
A Bernardo rimase l’azienda di famiglia, mentre Emilio, assieme al figlio Alessandro, ebbe lo stabilimento di Giussano, che mantenne in proprietà mediante la Società Anonima Emilio Caprotti, avente per oggetto la filatura e tintoria del cotone, fabbricazione di tessuti ed industria e commercio affini.
A seguito di difficoltà della prima società costituì in seguito il 25 gennaio 1930 la Società in accomandita semplice Emilio Caprotti e Figlio avente per scopo l’esercizio della filatura e tintoria del cotone, e di quant’altro alla fabbricazione e alla lavorazione di esso si riferisce, destinata a fallire definitivamente nel 1933 dopo una lunga e pesante vicenda penale [3].
[3] “L’Accomandita si assumeva in sostanza l’esercizio industriale e commerciale dell’Anonima, la quale per effetto di ingenti perdite subite a causa della crisi dell’industria cotoniera negli anni 1927, 1928, 1929 (…) versava in difficili condizioni (…)”, v. Archivio Manifattura Caprotti, b. 114, R. Corte d’Appello di Milano, Sentenza 27 marzo 1933 – XI nel procedimento penale contro il Comm. Emilio Caprotti, Milano, 1933, p. 2.
Emilio venne accusato e poi assolto per bancarotta fraudolenta.
Sopra : gruppo di famiglia a Brusimpiano nel 1925:
Marianne Maire in Caprotti ( la mia nonna) è quella indicata con la freccia rossa.
La foto è stata probabilmente scattata da Peppino Caprotti ( mio nonno, Giuseppe ).
A destra nella foto si vede Bernardo Caprotti (mio bisnonno, pelato, con la barba).
Data sconosciuta
Bernardo (il mio bisnonno) trasforma la Bernardo Caprotti di Giuseppe in Manifattura Caprotti, passata poi al figlio Giuseppe (1899-1952).
Il passaggio non è così semplice : i due non vanno d’accordo e mio nonno Giuseppe Caprotti, vive e lavora a Torino svariati anni prima di tornare ad Albiate.
1947
Mio nonno Peppino (Giuseppe), grazie ad all’aiuto di un parente della famiglia Maire [4], trasferitasi negli USA, ottiene un finanziamento nell’ambito del Piano Marshall che gli consente di avviare la costruzione di un nuovo, modernissimo impianto tessile che rende la Manifattura un’azienda d’avanguardia.
1952
Giuseppe muore prematuramente in estate. La gestione dell’azienda passa ai figli Bernardo, Guido e Claudio, per rimanere infine prima in esclusiva a Guido, poi al solo Bernardo.
1957
Grazie agli utili del tessile e agli investimenti finanziari del nonno Peppino, i Caprotti possono partecipare alla fondazione della Supermarkets Italiani, poi Esselunga.
I tre fratelli, con la partecipazione della madre Marianne Maire in Caprotti, nei primi anni ’60, acquistano la maggioranza delle azioni della Supermarkets Italiani, quando Nelson Rockefeller decide di ritirarsi dall’Italia.
2000
La Manifattura di Albiate viene ceduta da Bernardo ai fratelli Albini, titolari dell’omonimo cotonificio ad Albino (BG), che la acquisiscono quale Manifattura di Albiate S.p.A. 1830 (tessuto caratteristico della produzione sarà il denim).
2009
A causa del forte caldo di ordini, i vertici aziendali decidono la chiusura della Manifattura dopo oltre 179 anni di attività.
[4] un parente della nonna Marianne faceva parte dello staff del presidente Truman.
Eleonora Sàita e Giuseppe Caprotti

Fonti e bibliografia di riferimento:
- Albiate, Villa San Valerio, Archivio storico Caprotti, inventario (estremi cronologici 1830- 1938) a cura di E. Sàita, 2010
- R. Romano, I Caprotti; l’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza, Milano,1980
Sotto: Il passaporto di Bernardo Caprotti , il mio bisnonno, con i suoi “connotati”


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Crespi e Caprotti, quando i destini delle due famiglie si incrociarono
Il libro sui Caprotti nella sua edizione , voluta dal sottoscritto, del 2008.



