Da bambino, Beppo è il primo a ricevere un’istruzione più ampia rispetto a quella dei genitori, che dovette essere limitata. Bernardo capisce che la sola “scuola dell’esperienza”, peraltro importantissima, non basta più per condurre un’azienda vera e propria, ci vuole un’educazione più consona e così non bada a spese: nel 1851 il primogenito parte per un collegio svizzero, l’Institut Hüni a Horgen, nel Canton Zurigo, che dà una formazione professionale. Di quel periodo l’archivio di Giuseppe conserva, fra l’altro, diverse “cartes d’amitié”, che all’epoca usano molto: i ragazzi si fanno fare, da artisti di strada o che comunque chiedono pochi soldi, una “silhouette” (un’immagine che rende esclusivamente la sagoma del profilo, in genere nero su bianco) che poi regalano ad amici e compagni di scuola con qualche riga di dedica. Guardandole, gli amici e compagni del giovane Giuseppe compaiono davanti ai nostri occhi, alti e bassi, smilzi e tondi, col naso camuso o alla francese, invisibili nei tratti ma riconoscibilissimi nella figura, dandoci un filo della sua vita di studente lontano da casa.
Fonti:
Albiate (MB), Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio della Manifattura Caprotti, Archivio di Giuseppe Caprotti (1837-1895).
Bibliografia:
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana”, Milano, 2024/3.
R. ROMANO, “I Caprotti. L’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza”, Milano, 1980.
A. CAFLISCH, „Die ersten hundert Jahre“, in „Horgner Jahrheft 1988. 150 Jahre Oberstufe“, pp. 3-10; p. 4.
G. CAPROTTI, “I Caprotti e i parenti: la formidabile zia Virginia, sorella del trisnonno Giuseppe”, 26/10/2024.
