La nuova puntata ha riguardato anche il caffè che ci prepariamo in casa. In particolare, circa il prodotto:
- Il miglior modo di conservazione deve tener conto di alcune accortezze: conservare in frigo se non in freezer (caffè non conviene acqua), contenitore scuro ed ermetico.
- Etichette verso qualità del prodotto: il più delle volte non è indicata, a volte solo se la mascella è 100% arabica, per le miscele “arabica – robusta” spariscono le percentuali. In tema origini di provenienza del caffè, la maggior parte delle aziende se la cava indicando che, per mantenere costante la qualità del prodotto, le origini del caffè può cambiare a seconda delle caratteristiche annuali del raccolto del caffè.
- Fatta analisi olfattiva su confezioni comprate al supermercato: normalmente il caffè industriale con un prezzo medio ha una buona qualità, mentre quello di piccoli produttori che acquistando quantitativi ridotti riescono a tracciare meglio provenienza e caratteristiche, il caffè è nettamente di una qualità superiore , come però il prezzo.
- La normativa a riguardo è quella del 1973 che dovrebbe essere aggiornata.
Sui bar:
- la pulizia del filtro dovrebbe essere fatta dopo ogni caffè cosa che spesso non accade sopratutto per i baristi che non usano macchine a leva.
- anche la pulizia dell’acqua con cui viene preparato il caffè è argomento di discussione. Il cosiddetto “purge” , cioè lo sganciare il porta-filtro ed erogare acqua per eliminare i residui del caffè precedente, viene fatta raramente, a volte con la motivazione che quell’acqua contiene l’aroma del caffè precedente (“acqua condita”), cosa assolutamente non vera anzi potenzialmente dannosa per la salute, ma il più delle volte per un tema di tempo a disposizione e caffè da preparare
- altro argomento e pratica potenzialmente dannosa è la preparazione a monte del caffè che mai dovrebbe essere macinato prima e poi tenuto in un contenitore aperto per poi essere passato in uno più piccolo per finire nel filtro finale.
- ultimo argomento riconducibile alla mancata formazione professionale sono le campane aperte dei macinini che non vengono pulite come dovrebbe essere fatto: il grasso accumulato contamina anche il caffè fresco.
Infine , per la preparazione del caffè in casa, Report ha visitato la Bialetti che produce la MOKA, queste le loro raccomandazioni:
- acqua mai sopra la valvola
- mai fare la montagna, mai pressare
- acqua di rubinetto non va bene
- tenere aperto il coperchio
- spegnere quando si arriva a 3/4
- scegliere la macchinetta MOKA in acciaio
Il caso Lavazza:
- La debolezza della normativa appare ancora più evidente se si tiene conto di quanto riscontrato in un stabilimento Lavazza di Vercelli. Qua c’è una linea di produzione che si occupa del recupero del caffè da cialde scartate. L’operazione riguarderebbe caffè di qualsiasi miscela incluse le cialde di decaffeinato e le cialde di test.
- il caffè recuperato viene ì setacciato, mischiato e condotto in un contenitore non sigillato. Quindi questo caffè scartato e contaminato che ha perso le sue caratteristiche. magari anche decaffeinato, finisce miscelato con altri caffè in piccole quantità nei pacchetti da 250 grammi. Fino a 3 anni fa questo di scarto veniva inviato ad un’altra azienda che lo usava per produrre concime.
- Possibile che la cosa venga fatta senza che la proprietà , la famiglia Lavazza, ne sappia alcun che. Anche i sindacati sono nulla? Report è andato dai 3 sindacati che si occupano dello stabilimento. I Sindacati non ne sanno nulla. Report informa Lavazza che, di fatto, non risponde.



