Giorgio Bastonini su Le ossa dei Caprotti
Dall’altra caro Giuseppe Caprotti, mi sono immedesimato in te, ho capito e creduto a come hai raccontato il rapporto con tuo padre (con qualche riserva, me lo concederai), ho percepito il tuo dolore che, per il fatto stesso che questo libro non sia stato [redatto] da uno scrittore professionista non risulta artefatto nè strappalacrime ma vero, come se venisse raccontato a uno sconosciuto durante un’interminabile sosta di un treno.