“Ricordo che sparisce anche la nostra nonna materna, Luisa Quintavalle (…), che veniva tutte le settimane a pranzo da noi. La suocera che fa commenti inopportuni facendo andare fuori di senno il genero è un classico della commedia, figurati se a intromettersi è una ex suocera. (…). (p. 117). Con mia nonna Luisa avevo un rapporto speciale che lei aveva saputo mantenere, anche dopo essere stata messa al bando da via del Lauro. Ci vedevamo da lei e l’unico regalo che ricordi da parte sua è la Divina Commedia di Dante Alighieri. Me l’aveva donata per colmare le lacune della scuola svizzera che frequentavo ma, soprattutto, mi aveva offerto una cosa molto più preziosa: i pomeriggi che avevamo passato insieme, durante i quali lei si era impegnata a spiegarmi un testo così difficile.” (pp. 278 – 279).
