Novembre 2016, ultimo aggiornamento : 6 settembre 2017
Alibaba ha celebrato la sua “giornata dei single”, una promozione on-line che:
nel 2014 aveva prodotto vendite per 9,3 miliardi di $ (pari a 7 miliardi di €),
nel 2015 aveva espresso un fatturato pari a 14,3 miliardi di $ .
Quest’anno il fatturato si è attestato a 17,7 miliardi di $.
Meno dei 20 miliardi di $ sperati ma la crescita , rispetto al 2015, è stata comunque del 19,2%. Comunque non è tutto oro quel che luccica: Alibaba guadagna sull’e-commerce ma perde – molto – su altri fronti come il cloud computing, dove Amazon la fa da padrone.
La cosa interessante è che questa promozione ha avuto effetti benefici anche sulle vendite nei negozi. Lo riferisce Le Monde, citando la catena di abbigliamento francese Bonobo
Le conseguenze negative sono invece:
- la crisi dei grandi centri commerciali negli USA,
- una forte riduzione dei margini nelle promozioni come il Black Friday (si va da un – 18% a un – 22%, a seconda dei periodi e delle merceologie)
- la riduzione del numero di negozi (vedi articolo del Corriere sotto, sul lusso)
- la compressione degli spazi non food nei supermercati e ipermercati :
- l’e-commerce, nonostante qualche dubbio etico, è sempre di più, come dimostra Amazon, by-passando i concessionari nella vendita delle auto, “senza confini”
Altra possibile conseguenza negativa:
la Gran Bretagna è il paese con più alta penetrazione degli acquisti on-line, più degli USA (vedi schema sotto) e secondo The Economist il posto di 1 mio. di persone pari a un terzo del totale degli addetti della GD inglese ,sarebbe a rischio.
Sono invece ricercati autisti e magazzinieri. Il costo dell’affitto dei magazzini vicino a Londra è schizzato alle stelle.
Due effetti benefici:
a) Amazon sembra vincere sul fronte delle vendite non food: il Black Friday (che corrisponde al 25 novembre, ne parlavamo già nel 2013) dovrebbe essere la “festa” mondiale dei regali di Natale : dall’elettronica ai giocattoli.
Oltre ad Amazon negli Usa la promozione sarà portata avanti da Walmart, Target, eBay, etc.
In Italia più dalle catene specializzate come Media World e Unieuro.
E questo articolo di Luigi Rubinelli, con le vendite al metro quadrato di Apple dovrebbe far capire a queste aziende cosa stanno perdendo…
I commercianti , come nel caso di Bonobo (v. supra, con il single day di Alibaba) , possono mettersi – se le regioni non lo impediscono – nella scia del Black Friday e vendere di più.
Il Corriere segnala che l’on-line la fa da padrone mentre Repubblica del 26 novembre , oltre ad evidenziare i record di Amazon, sostiene – vedi l’ immagine sotto – che sia stato un successo anche per i negozianti (+ 25% le vendite , con la partecipazione di un quarto dei commercianti su strada).
b) Amazon offre anche servizi in perdita come Prime Video, che dovrebbe prossimamente fare concorrenza a Netflix in 200 paesi.
Fino ad oggi il servizio era offerto solo negli USA, in Gran Bretagna, Giappone, Germania e Austria.
La risposta di Netflix , con il lancio dell’off-line, non si è fatta attendere, a beneficio dei suoi clienti
Ovviamente i centri commerciali “non ritornano” come titola il Corriere Economia sotto; si tratta di autorizzazioni richieste tempo fa, il cui iter arriva a buon fine solo ora…
La vera notizia , anche se non nuova , è che gli iper sono in difficoltà
Il Cyber Monday (28 novembre) vale più di 3 miliardi di $ di vendite negli USA mentre il Black Friday americano on- line ha generato vendite per 3,34 miliardi di $, con un incremento del 21,6%.
Nella distribuzione tradizionale (supermercati e supercenter americani ) le vendite sono invece scese del 10,4%.
Amazon usa il non food come cavallo di Troia per crescere, consolidare la sua presenza e poi entrare poi nel mercato alimentare… E in Italia fattura ormai 1,5 miliardi di € :
non potrebbe comprarsi una catena alimentare come ha fatto negli USA con Whole Foods ?
Da quel che ne sappiamo qualche contatto tra Amazon e la GD italiana c’è già stato.
Con la gradita collaborazione di Enrico Rizzi.


