Il Giappone è stato a lungo conosciuto come un cimitero al dettaglio, dove anche giganti globali come Tesco, Walmart e Carrefour hanno fallito.
L’ascesa delle piattaforme cinesi segnala un cambiamento fondamentale in uno dei mercati di consumo più chiusi al mondo. Storicamente, il settore della vendita al dettaglio e dell’e-commerce in Giappone è stato definito dalla sua insularità.
Gruppi locali come Aeon, Uniqlo e Rakuten hanno dominato a lungo, grazie a catene di approvvigionamento intricate, basi di clienti fedeli e ambienti normativi favorevoli. I fattori culturali aggiungono un ulteriore livello di difficoltà per gli operatori stranieri, dalla preferenza di lunga data per i prodotti realizzati a livello nazionale alle tensioni geopolitiche, in particolare tra le generazioni più anziane.
Eppure, negli ultimi anni è in corso una sorprendente inversione di tendenza. Le aziende cinesi, tra cui Temu e Shein di PDD Holdings, hanno superato barriere un tempo considerate impenetrabili, offrendo prodotti a prezzi inferiori di ben il 90% ai rivenditori locali.
TikTok, di proprietà cinese, si sta preparando a entrare nel mercato dello shopping online giapponese nei prossimi mesi, segnalando un ulteriore approfondimento della spinta della vendita al dettaglio cinese nel paese…