“Giorgina si sveglia ogni mattina piena di sofferenza. Cerca fuori di casa l’affetto che il marito non le dà. Anche lei commette un peccato mortale: si innamora di un uomo di sinistra, Aldo Bassetti, in dissidio con il resto della famiglia – i Bassetti erano imprenditori tessili anche loro – per le sue idee politiche.
Aldo farà parte di un gruppo di giovani e brillanti azionisti del settimanale ‘L’Espresso,’ come avrà modo di ricordare il fondatore Eugenio Scalfari: ‘Erano raccolti in una società chiamata Piccolo Naviglio, ed erano tutti giovani eredi di dinastie industriali del Nord e tutti politicamente e culturalmente vicini alle nostre idee. C’erano Roberto Olivetti, figlio di Adriano, Vittorio Olcese e Aldo Bassetti che, anche se veniva da una famiglia di tradizioni molto cattoliche, era su posizioni laiche, anzi anticlericali’ scriverà nel 2015”. (G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti”, p. 88).
Mio padre scoprirà le prove del tradimento della moglie facendola pedinare; sua madre, la nonna Marianne [Maire in Caprotti], si presentò dalla madre di Aldo scortata da un sacerdote, accusando il figlio di averle rovinato la famiglia. Giorgina abbandonerà la casa di Albiate e quella vita tanto stretta; si lascerà con Aldo, avrà altre storie, ma lo incontrerà nuovamente nel 1983, stavolta per sposarlo [negli anni 2000] e non lasciarlo più. La mamma è mancata nel 2021; Aldo la seguirà poco più di un anno dopo, nel 2022. (Ibid.).
Nato nel 1926 anch’egli in una storica famiglia di imprenditori conosciuta soprattutto per il tessile ( tessuti e biancheria da casa), laureato in ingegneria civile, Aldo Bassetti era il fratello maggiore di Piero, atleta di grande livello, politico democristiano e primo presidente della Regione Lombardia, cui lasciò la gestione dell’impresa di famiglia per mettersi in proprio, fondando nel 1952 la CPI – Compagnia padana per investimenti, avente quale scopo investimenti innovativi in iniziative industriali a scopo imprenditoriale e di lungo termine, nonché diverse iniziative nel settore del venture capital. In questa prospettiva, il suo forte impegno politico a sinistra non sembra sia stato un impiccio quando, con un’altra società finanziaria, la COFISA, di cui era presidente, acquisì l’80% delle Officine Marconi, una società mantovana che operava nel settore delle grandi riparazioni di automezzi comuni e militari (compresi i carri armati). Non disdegnò infine, certamente mostrando fiuto e lungimiranza, gli investimenti nel settore medico e tecnologico.
Fin dalla metà degli anni ’50, poi, fu azionista del settimanale “L’Espresso” e successivamente, con Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo, tra i fondatori del quotidiano “La Repubblica”, nel 1975. Una foto dei miei archivi li immortala tutti e tre diversi anni dopo, come se “La Repubblica” camminasse fianco a fianco. Scalfari era ovviamente di casa da Aldo e Giorgina, ancora non sposi, e mi capitò d’incontrarlo più volte.
Anche con Bassetti imprenditoria e gusto per l’arte s’incrociarono: nel 1960 apriva in corso Europa la Birreria Splügen Bräu, il cui arredamento fu commissionato da Bassetti ai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni, architetti di fama i quali, per l’occasione, progettarono la celebre lampada “Splügen” per la ditta Flos, divenuta icona del design [Aldo mi disse che, come la zia Carla Fossati Bellani in Venosta, aveva ottenuto diversi compassi d’oro]. L’atmosfera di quel luogo inusuale fu immortalata in scatti di Ugo Mulas, fotografo ormai famoso anch’egli e legato fin dai suoi inizi anche ai Caprotti, con i quali collaborò con diversi scatti pubblicitari per i prodotti della loro manifattura tessile brianzola.
Gli architetti – le “archistar” come si direbbe con termine moderno – erano spesso anche amici cari e stretti della coppia Bassetti-Venosta. Nell’archivio di mia madre diverse foto immortalano Vico Magistretti (progettista di molte abitazioni dei Bassetti, specialmente di Giansandro, il fratello maggiore di Aldo e Piero), Michele De Lucchi o Mario Bottache si aggirano per la loro casa sul lago, e non raramente mia madre e Aldo trascorrevano le vacanze con qualcuno di loro, come testimoniano limpide immagini in Grecia con Beppe Modenese, il “creatore” della moda “Made in Italy”, e il suo compagno Piero Pinto, architetto e designer d’interni al quale si devono realizzazioni famose sia in Italia sia all’estero [Vico Magistretti e Mario Botta lavoreranno anche per Esselunga].
Negli anni ’60, Bassetti diventò presidente dell’ADI-Associazione disegno industriale; fu poi consigliere della Triennale di Milano, infine Presidente degli Amici di Brera dal 2007 al 2020, carica cui tenne moltissimo e a cui dedicò tempo, talento e generosità, promuovendo e finanziando restauri e valorizzazioni degli spazi della Pinacoteca tanto che la Sala della Passione, sita nel cortile d’onore di Brera, da lui molto amata e luogo di tanti incontri e iniziative dell’Associazione (oltre che del suo funerale laico), dal 2023 si chiama Sala Aldo Bassetti.
Il mio legame con lui è stato altalenante. A volte molto cordiale, ogni tanto difficile, a causa dei rispettivi caratteri.
Aldo non fù solo compagno e poi marito di mia madre fino alla morte di lei, ma, per me, prima di tutto, “fornitore” di Esselunga, con la birra : suo padre Giannino ne era produttore e lui seguì le orme paterne .
Prima del mio avvento il rapporto con Poretti e Carlsberg Italia, poi – aziende di cui lui era azionista e manager – fù gestito da Ferdinando Schiavoni perchè mio padre non ne voleva sapere [di avere a che fare con lui].
E’ stato mio interlocutore in diverse mie esperienze professionali, da quando imparavo il mestiere della GDO a Chicago nel 1989, dalla Dominick’s (Aldo si trovò lì in quel periodo, ed ebbe modo d’incontrarmi e di ascoltare le mie osservazioni), al ricordo di un dibattito che ebbi di fronte all’intero Consiglio direttivo di Centromarca, l’associazione aderente a Confindustria che raccoglie i produttori di beni di consumo di marca, verso la fine degli anni ’90, quando ero Direttore commerciale di Esselunga e Aldo consigliere di Centromarca in qualità di Presidente dell’industria Carlsberg Italia ma anche in qualità di Presidente di United Breweries of Europe (Associazione dei Birrai Europei). Aldo ricordava bene quell’incontro, e l’impressione molto positiva che lasciai, di cui mi scrisse in una lettera che ancora conservo.
Poi, dopo la mia uscita da Esselunga, abbiamo avuto ulteriori rapporti di lavoro anche perché era consigliere della Fondazione Guido Venosta che io ho iniziato a presiedere nel 2020.
Con la sua morte si è chiusa, tristemente, un’altra epoca della mia vita.
Bibliografia:
D.D.V., “Metti un Leopard a Mantova”, articolo di giornale presente ad Albiate, Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio di Giorgina Venosta.
Brera Pinacoteca, In ricordo di Aldo Bassetti, 10/12/2022.
[Redazione Milano] Morto a 96 anni Aldo Bassetti: l’imprenditore innamorato dell’arte e “amico di Brera”, in “La Repubblica, 10 dicembre 2022.
[Redazione] Addio ad Aldo Bassetti, imprenditore illuminato tra arte e design, “Il Sole 24 Ore”, 10 dicembre 2022.
P.L. PANZA, Milano, addio ad Aldo Bassetti, «amico di Brera» e imprenditore illuminato, “Corriere della Sera”, 10 dicembre 2022.
A. FIORI, Cerimonia di intitolazione della Sala Aldo Bassetti della Pinacoteca di Brera, comunicato stampa dell’11 ottobre 2023.
