Lo dico per esperienza: la foto che vedete sopra l’ho scattata in Giappone , nell’oceano Pacifico, in un posto isolato e stupendo… rovinato dalla plastica!
Prima stesura del 1° luglio, ultimo aggiornamento del 15 luglio 2016
L’Onu ricorda oggi che gli oceani coprono tre quarti della superficie terrestre, garantiscono la sopravvivenza di 3 miliardi di persone e generano circa 3 mila miliardi di dollari all’anno in termini di risorse e industrie, il 5% del Pil globale. Salvaguardare la loro salute è dunque essenziale per assicurare non soltanto la sopravvivenza delle specie che li abitano, ma anche la nostra. E la priorità, sottolinea l’Onu, è ridurre la quantità di plastica che viene gettata in mare, quantificata in circa 1,09 milioni di chili ogni ora, 8,8 milioni di tonnellate ogni anno. Soltanto nel nostro Paese la plastica rappresenta fino all’80 per cento dei rifiuti in mare aperto e sulle coste.
I danni di queste isole galleggianti di plastica sono spaventosi. I primi a farne le spese sono gli animali marini, che ingeriscono soprattutto i sacchetti, credendoli prede. La diminuzione nel Mediterraneo delle tartarughe dipende in gran parte dalla plastica, le Caretta caretta si cibano di meduse e scambiano le buste per cibo o finiscono impigliate in fili di plastica.
I danni economici sono invece stimati tra gli 80 e i 120 miliardi di $.
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di CRISTINA NADOTTI
La tendenza è stata tristemente confermata dall’autorevole rivista Science ripresa dal WWF :


