Nel 2018 scrivevo :
Perfino Waitrose (gruppo John Lewis) – la catena “top” in Gran Bretagna – ha annunciato la chiusura di 5 supermercati. Varie insegne stanno tentando di rinegoziare gli affitti con i centri commerciali che sono sempre più in crisi.
Quali sono i principali indiziati di questa crisi?
La Brexit, i discount e l’e-commerce che vale ormai il 18% del commercio britannico (contro l’8,5% – ad esempio – della Francia)”.
Sulla Brexit si può citare l’esempio di Marks & Spencer che nel 2020 ha avuto costi aggiuntivi per 16 milioni di £, dovuti a problemi di export verso Irlanda, Francia e Repubblica Ceca.
Sugli effetti dei discount e dell’ e-commerce – nel 2021 – confermo gli effetti devastanti su tutto il commercio, food e non food: Mark’s & Spencer sta chiudendo 110 negozi food e non food.
Ma, andando oltre, nel 2021 sta succedendo anche questo:
Debenhams, che è stata comprata da Booho, a gennaio 2021, ha deciso di aprire il proprio marketplace.
Booho userà Debenhams, con il suo vissuto di marca nel non food, soprattutto nei prodotti di bellezza, come un department store virtuale ma con prodotti di terzi.
E’ il sistema usato – in parte – da Amazon ma soprattutto da Alibaba.
Ciò permette di :
1) incrementare gli assortimenti (dai 30’000- 60’000 articoli di , rispettivamente, superstore ed ipermercati, si passa a milioni di SKU’s).
2) non rischiare sul costo degli inventari immobilizzati.
Anche Marks and Spencer si sta muovendo in questa direzione, come ci sta pensando King Fisher.
I marketplace rischiano di diventare ineludibili, sia per i consumatori che per i venditori, che spesso sono costretti a vendere la loro merce su siti di rivali diretti.
Altri esempi di marketplace : Asos, Next Label – in Gran Bretagna – e soprattutto Zalando, in Germania.
Per gli USA , oltre ad Amazon, Walmart e Target, altre catene più piccole come Express, Urban Outfitters e J Crew stanno implementando i loro marketplace. Leggi in proposito Le catene USA puntano sui marketplace seguendo Amazon
In Italia c’è OVS ma forse ci dovrebbe pensare tutto il mondo del non food e del food. A prescindere dagli attuali cali di fatturato dell’e-commerce.
O no?
Sotto un elenco di Marketplace (definiti fornitori universali), presenti in Italia. La ricerca Itqf, pubblicata da Repubblica AF del 14 giugno 2021, ha preso in considerazione 8’000 siti e 700’000 giudizi dei clienti.
In questa inchiesta Amazon si è classificata miglior marketplace davanti a Mediaworld.

Ma, nella stessa ricerca, tra i primi 20 siti e-commerce ci sono sempre Amazon e Mediaworld (primi due aziende protagoniste) e una sola azienda del largo consumo : Lavazza.
Nessuna impresa della grande distribuzione (food e non food, a parte la già citata tedesca e altre aziende specializzate nel non food- brico e bambini, con Chicco).



