L’Italia applica un prelievo del 3% sulle entrate derivanti dalle transazioni via Internet per le aziende digitali con un fatturato di almeno 750 milioni di euro (853,35 milioni di dollari), che vale meno di 500 milioni di euro di entrate per lo Stato ogni anno.
“Abbiamo convenuto che un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali è necessario per consentire gli investimenti da parte di aziende tecnologiche all’avanguardia”, hanno dichiarato Roma e Washington … Reuters
Ma il punto debole dell’Europa è il paradiso fiscale irlandese, che, a settembre 2024, ha un surplus di entrate fiscali pari a 8,6 miliardi di €, proveniente dal gettito delle multinazionali e Meloni avrebbe, secondo me, dovuto concertarsi su questo soggetto sensibile con i partner europei (anche perchè le regolamentazioni big tech hanno anche altre implicazioni che riguardano, il possibile dumping e-commerce delle aziende cinesi, la privacy, etc.).
Aggiornato il 22 aprile 2025