“Il balzo in avanti dell’attività industriale avviene nella seconda metà dell’Ottocento ed è in gran parte dovuto a Giuseppe e Carlo Caprotti, nati rispettivamente nel 1837 e nel 1845. I due fratelli sono entrambi personaggi davvero notevoli (…). ” . (CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti”, p. 23). Nella realtà si tratta di un errore
Carlo, fratello minore di Giuseppe detto “Beppo”[il mio trisnonno] è figlio di Bernardo, fondatore della ditta “Bernardo Caprotti di Giuseppe” che sarà il nucleo della tessitura industriale sviluppata poi dai suoi figli. La madre è Carolina Candiani, donna molto pia, la cui implacabile devozione segnò il percorso della vita delle cinque figlie e la profonda insofferenza verso le forme esteriori di religiosità di Beppo, nonché il battagliero anticlericalismo di Carlo.
Come il fratello maggiore, Carlo riceve un’istruzione adeguata a chi un giorno si troverà a dirigere un’azienda. Dopo aver frequentato la scuola elementare al Collegio Bianchi di Saronno, è ammesso al Collegio-convitto commerciale d’lppolito d’Aste di Genova. La “Gazzetta del Popolo” genovese del 1857 riporta la notizia della riapertura d’autunno dell’istituto, e può essere interessante vedere cosa studi il giovane Caprotti in quello che è rimasto l’unico collegio del Regno di Sardegna “ove i padri possano collocare quei loro figli che intendono destinare al commercio”: nel corso superiore, della durata di tre anni, i ragazzi imparano “i principii di Belle Lettere italiane e francesi: s’insegnano le lingue inglese e tedesca [ed ecco perché Carlo poté poi muoversi a suo agio nei territori svizzeri, N.d.R.], la Storia Naturale applicata al commercio, l’Algebra, la Geografia, il Diritto civile e commerciale, il Disegno, la Scrittura doppia, la Collibistica [forse lo studio del confezionamento e della gestione dei colli, ossia le unità di spedizione?, N.d.R.], la Storia comparata delle diverse letterature europee, Logica, Etica, Filosofia della Storia ed Economia pubblica”. A seconda delle richieste, possono venire aggiunti “gli Studi classici latini e un intiero corso di Nautica”.
Beppo, fratello maggiore di Carlo, pur studiando in un collegio svizzero non dovette avere un’istruzione molto differente. E anche lui, grazie ai suoi studi, divenne familiare con le lingue commerciali, inglese compreso.
Fonti:
Albiate (MB), Villa San Valerio, Archivi di Villa San Valerio, Archivio della Manifattura Caprotti, Archivio di Carlo Caprotti (1837-1895).
Bibliografia:
G. CAPROTTI, “Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana”, Milano, 2024/3.
R. ROMANO, “I Caprotti. L’avventura economica e umana di una dinastia industriale della Brianza”, Milano, 1980.
“Gazzetta del Popolo”, anno X-1857, n. 230, 29 settembre, rubrica “Sacco nero”: “Il Collegio-Convitto Commerciale d’Ippolito D’Aste in Genova, via Caffaro di fronte al Teatro Paganini”.
G. CAPROTTI, “Mostra: la meccanica della Manifattura Caprotti”, 09/10/2024.
ID., “La famiglia Caprotti, innovazione e tradizione in una manifattura italiana: Albiate e la Svizzera”, 09/10/2024.
ID., “La famiglia Caprotti, innovazione e tradizione in una manifattura italiana: operai dal carcere di San Vittore”, 13/10/2024.
E. SÀITA, “I Caprotti : aspetti privati, dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale”, 08/11/2022.
