Egregio dr. Giuseppe Caprotti,
sto terminando di leggere “Le ossa dei Caprotti” che un’amica mi ha regalato. La ringrazio per quello che racconta, anche con particolari personali.
Io ho lavorato una decina d’anni alla Manifattura – Ponte Albiate -, e ho voluto bene a quell’ambiente: vicino a casa e alla mia portata (dopo la scuola di ragioneria). Erano gli anni in cui il dr. Guido [Caprotti], il rag. Arnone e il sig. Renani (?) si occupavano delle vendite. Ricordo lo straripamento del Lambro e gran parte del magazzino e della filatura “a mollo” fino a 50/60 cm. Che disastro!
Ricordo anche il momento della separazione del dr. Bernardo [Caprotti] dalla moglie Giorgina [Venosta]. Il dr. Bernardo era irriconoscibile, annientato. Per mesi ha vagato fra gli scaffali con aria assente…
Io mi licenziai a fine ’99 per seguire un’altra strada sulle tracce di Fr. Charles de Foucauld e di P[iccola] S[orella] Magdaleine nella Fraternità delle “Piccole Sorelle di Gesù”, fondata in Algeria nel 1939 e diffusasi rapidamente nei 5 continenti come presenza fra le persone + svantaggiate dalla vita. Mio malgrado, ho vissuto prioritariamente in Europa ad eccezione di due periodi in Algeria: El-Abid e Beni Abbes, a sud di Orano.
Da parecchi anni sono rientrata in Italia e ora sono a Roma in una casa di riposo, con altre persone sul…viale del tramonto, serenamente.
Quando si legge il libro, avendo conosciuto di persona sia il dr. Bernardo che il dr. Guido non mi sembrano vere le testimonianze sui rapporti reciproci tra i tre fratelli. Mi dispiace profondamente tanto astio, le contrapposizioni tra i fratelli quasi a rasentare l’odio reciproco.
Nella vita di tutti i giorni ci si conosceva altrimenti. È vero che Bernardo faceva un po’ paura a tutti: al suo spuntare bastava dire “N° uno!” perché tutti fossero sull’allarme…
Io ricordo qualche aneddoto diverso: un’estate anni ’90 il dr. Bernardo offrì le chiavi di Forte dei Marmi a Linda Mantegazza, Luisella e la sottoscritta per il mese di agosto…e così ci godemmo le ferie in Versilia.
Ben più triste fu invece la partenza e separazione dalla sig.ra Giorgina. Il dr. Bernardo era una persona annientata, irriconoscibile; per mesi vagava in magazzino tra gli scaffali delle pezze…assente.
Nei miei passaggi in famiglia mi era abituale avere notizie della Manifattura, ma ho conosciuto solo dal libro della morte del sig. Guido. Il rag. Arnone mi rintracciò recentemente e telefonava spesso e volentieri, fino alla sua fine, 2 anni fa circa.
Spero che non abbia troppa fatica a decifrare la mia calligrafia, che va declinando come la sottoscritta.
È solo un piccolo segno di gratitudine a lei e alla Manifattura Caprotti per la presenza secolare nella nostra Brianza…e per il bene che, nonostante tutto, ha potuto seminare fra questa gente dedita al lavoro avanti tutto.
I miei saluti a lei e famiglia,
Bruna di Gesù
Ho ringraziato la signora Bruna per la sua testimonianza spiegandole che anche quando io venni mandato via dall’Esselunga, ormai più di venti anni fà, mio padre stette molto male – c’è una lettera in proposito di sua moglie Giuliana nel mio archivio sul fatto che avesse contratto il fuoco di Sant’Antonio – ma ciò non gli impedì di fare quello che fece poi per tanti anni e che descrivo, per sommi capi, nel mio libro.
Posso aggiungere che probabilmente mio padre, a modo suo, aveva voluto bene sia a suo fratello Guido, sia a mia madre che poi a me e a mia sorella Violetta (eliminata dalla sua vita anche lei). Ma che non era riuscito – è il minimo che si può dire – a gestire il rapporto che aveva con noi.


