Redatto il 23 agosto, aggiornato il 25 agosto 2023
Il numero uno di Centromarca (*) sul calmiere studiato dal governo Meloni: “Non si possono chiedere ulteriori sacrifici a noi, oltre che pesare solo su una parte della catena produttiva, rischia di pregiudicarne la tenuta. Cercano un risultato senza avere progettualità e visione“.
Il trimestre anti-inflazione concordato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso con le grandi catene della distribuzione – i supermercati – è sonoramente bocciato dai produttori. Il numero uno di Centromarca, Francesco Mutti, amministratore delegato della storica società produttrice di pomodori, è intervenuto ieri al Meeting di Rimini, e in un’intervista a HuffPost spiega perché il calmiere voluto dal governo di Giorgia Meloni rischia non solo di non raggiungere i risultati che si pone, ma addirittura di causare danni a un sistema che, grazie ad un gran numero di produttori e distributori in concorrenza tra loro, è sano, al di là della fiammata inflattiva di questi mesi.
Spiega i retroscena Luigi Rubineli: “A metà agosto è iniziato il ricatto di Urso che, in una intervista al Messaggero, ha accusato l’industria italiana e segnatamente la Barilla di aver firmato l’accordo in Francia e non in Italia. I due mercati e i due prodotti di pasta come tutti sanno sono diversi per Barilla: in Francia usa farine di provenienza Ue e non solo, mentre in Italia usa grano duro 100% italiano. Il sistema distributivo in Francia è incentrato sugli ipermercati, in Italia sui supermercati. Non sono paragonabili né i due prodotti, né i due mercati”.
Rubinelli si domanda alla fine come mai abbiano aderito a questa iniziativa di Urso Coop e Conad.
Giustamente, secondo noi, perchè quest’ultima aveva sollevato, poche ore prima, svariate perplessità.
Sulle iniziative velleitarie delle nostre istituzioni ed associazioni leggi :
- Prezzi e pratiche sleali: il “dolce far niente” della politica italiana
- Il Ministro Urso non si ferma al barile. Ora blocca anche il carrello
La strategia interventista del Ministro del Made in Italy procede, nonostante le figuracce. L’idea è quella di apporre un bollino tricolore da applicare sui prodotti di largo consumo i cui prezzi siano stati calmierati.
Conclusione : il rischio è che non solo succeda poco o nulla contro l’inflazione, ma che si perda l’ennesima occasione per arginare le pratiche sleali, leggi in proposito crisi e prezzo minimo garantito: frutticultore scrive al ministro.
(*) aderente a Confindustria. Sotto il calo dei volumi negli alimentari.



