Premessa:
- Altroconsumo non è “la Bibbia”, come peraltro rileva Alberto Grimelli.
- Sulle rilevazioni dei prezzi di questa rivista , quando lavoravo in Esselunga avevo sempre sollevato quesiti e obiezioni ma purtroppo non c’erano pubblicazioni alternative sul mercato.
- Strano manchino tante insegne primarie, com Aldi, Carrefour o Esselunga (Coop è nella classifica ma non è citata nel pezzo), in questa indagine ma tant’è, questo articolo – come quello sulla pasta – deve solo fornire un’indicazione di massima sulle migliori marche di olio.
- Sarebbe interessante sapere chi produce per chi (es. De Cecco ha un proprio olio ma non mi risulta lo produca).
- L’origine dell’olio è fondamentale (leggi in proposito : Frodi alimentari sull’olio d’oliva in Spagna. Il primo produttore di oli d’oliva al mondo, la cooperativa andalusa Dcoop, ha denunciato il ricorrere in Spagna di frodi diffuse su oli d’oliva raffinati. I quali, secondo la vibrante accusa, sarebbero in alcuni casi miscelati con oli di valore inferiore come quelli di sansa e girasole. ‘Siamo rimasti in silenzio per 40 anni, ma non lo permetteremo più’, ha affermato il presidente di Dcoop Antonio Luque in un incontro con i media. Invitando le amministrazioni nazionali e regionali a indagare sulla rintracciabilità, a fronte di ‘prove molto solide’.Il direttore generale di Dcoop, Rafael Sánchez ha a sua volta ribadito che ‘è ora di porre fine’ a questa situazione e ‘ripulire l’immagine di questo prodotto per esercitare la leadership che la Spagna merita’ nel settore degli oli d’oliva
- Per avere un quadro più chiaro del settore vi consiglio di leggere questo articolo o anche perchè spesso l’olio che mettiamo in tavola è pessimo.
Il migliore olio di oliva sullo scaffale del supermercato è 100% italiano
L’analisi di Altroconsumo su 20 oli di oliva prelevati a scaffale non riscontra non conformità: tutti extravergini. Sul podio dei migliori solo 100% italiani. I tre peggiori invece sono tutte private label
23 dicembre 2024 | 11:00 | Alberto Grimelli
E’ una notizia che la rivista dei consumatori Altroconsumo, su 20 oli prelevati a scaffale tra maggio e giugno 2024, poi analizzati a luglio, non avrebbe trovato non conformità.
Tutti oli extravergini di oliva stando al panel di Altroconsumo. Secondo quanto dichiarato la “prova di assaggio” è stata “svolta secondo la metodologia definita dalla legge da un panel di esperti riconosciuti dal COI (Consiglio Oleicolo Internazionale).”
Non è però dato sapere se il panel utilizzato da Altroconsumo è un panel riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole, e se sia un panel professionale o un panel ufficiale. Le differenze sono sostanziali ai fini di una corretta valutazione della prova, poichè un panel non riconosciuto (ovvero un gruppo di 8 assaggiatori, guidati da un capo panel, ma senza che abbia eseguito i test di armonizzazione previsti dal Masaf) ha una valenza e affidabilità relativa che invece diventa assoluta nel caso di un panel ufficiale (ICQRF o Dogane).
State che la valutazione del panel di Altroconsumo vale il 36% del giudizio complessivo, addentrarsi in valutazioni sui singoli oli appare azzardato.
Vale però la pena soffermarsi un minuto sull’analisi di scenario poichè questo fornisce comunque un quadro dell’offerta a supermercato.
I tre migliori oli testati da Altroconsumo sono tutti 100% italiani, nell’ordine De Cecco, Filippo Berio e Monini.
I tre peggiori oli testati da Altroconsumo sono tutti comunitari e tutti di private label, nel’ordine La Badia (Eurospin), Conad e Primadonna (Lidl).
Lo scenario indica quindi che, nella scorsa campagna olearia, l’olio italiano era vincente in termini di qualità (6 oli nelle prime 10 posizioni sono tutti 100% italiano). Mentre gli oli comunitari sono quasi tutti in coda.
Inoltre indica pure che le catene della Grande Distribuzione non hanno più molta remora ad utilizzare i propri marchi, private label, per offrire prodotti dal dubbio rapporto qualità/prezzo. Questa è un’evoluzione interessante del mercato, poichè, nel passato, erano le aziende di imbottigliamento che si vedevano costrette a fornire oli border line, in particolare per promozioni e sottocosti ma anche per un posizionamento molto basso. Oggi è la Grande Distribuzione che si pone come leader della convenienza, però a scapito della qualità. Quanto farà bene all’immagine delle insegne questa politica si dovrà verificare nel momento in cui inizieranno programmi di monitoraggio a scaffale profondi e dettagliati, magari da parte delle autorità ufficiali di controllo.
State l’annata problematica, proprio sul fronte della qualità in Spagna, Portogallo e Tunisia, l’offerta a scaffale dai primi mesi del 2025 risentirà certamente di questa dinamica e valutare la cura e l’attenzione con cui i buyer hanno selezionato la propria offerta sarà molto interessante.



