Questo pezzo completa il quadro di : La Russia, attraverso un nuovo accordo con il Niger, prende il controllo dei flussi migratori verso l’Italia
Lo ha ammesso anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella sua lettera inviata agli stati membri in vista del Consiglio europeo di oggi e domani. “Le partenze dalla Libia ammontano al 93 per cento degli sconfinamenti illegali, abbiamo stimato un aumento del 7 per cento lungo la rotta del Mediterraneo centrale e del 173 per cento riferito agli arrivi in Grecia dall’est della Libia”. Nella lettera, von der Leyen annuncia l’invio nel paese di Magnus Brunner, commissario per gli Affari interni e la Migrazione, quindi di una missione del Team Europe che dovrà parlare con le autorità dell’est e dell’ovest per calmierare le partenze.
Proprio il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis è stato colui che più di tutti ha spinto von der Leyen a mettere in alto in agenda il tema dei migranti al Consiglio europeo. Due giorni fa ha annunciato l’invio di due fregate della Marina greca al largo della Libia per respingere i barconi. Una mossa senza precedenti che nasconde molte difficoltà da un punto di vista giuridico. “Sembra una specie di missione Sophia, fatta però per rispedire indietro i migranti – dice un funzionario europeo – Solo che è una mossa rischiosa: se una nave militare li intercetta, poi se li deve tenere”.
Come sempre accade in Libia, l’aumento o la diminuzione dei flussi dei migranti è un fenomeno ciclico, spesso legato ad altri dossier. Nel caso greco, di recente si è aperta una partita delicata con le autorità libiche riguardo alle esplorazioni petrolifere al largo del paese nordafricano, un settore in cui Atene vorrebbe trovare spazio sottraendolo ai rivali turchi. Il mese scorso [maggio 2025], il governo greco ha lanciato una gara d’appalto per le esplorazioni di idrocarburi a sud di Creta, con una mossa contestata da entrambi i governi libici, sia a ovest sia a est, perché giudicata lesiva della sovranità libica. Poco dopo sono aumentati i flussi “anomali” degli sbarchi verso le isole greche già piene di turisti.
Per il governo italiano, legare il dossier russo a quello dei migranti potrebbe essere funzionale ad attirare finalmente l’attenzione degli europei sul fronte mediterraneo.
Due anni fa ci provò il ministro della Difesa Guido Crosetto. “L’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane – aveva detto il ministro nel marzo del 2023 – è parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando”. Nel frattempo, le prove del diretto coinvolgimento dei russi nel business delle partenze non sono mai emerse.
“A differenza di quanto ha fatto in passato Matteo Salvini, Meloni con intelligenza preferisce tenere le distanze da Putin, distaccarsi da un’adorazione nei suoi confronti – spiega Harchaoui – Lei e Haftar hanno legami molto stretti e il governo italiano sta cercando in ogni modo di stringere un accordo con Bengasi sui migranti.
Sarebbe controproducente per la premier italiana dire ora che è proprio Saddam, il figlio del generale, a gestire direttamente questi traffici”. Soprattutto se lo stesso Saddam Haftar ha fatto visita in Italia appena una decina di giorni fa, con incontri ufficiali tenuti al ministero dell’Interno e a quello della Difesa, proprio per parlare di migranti. Sul tavolo delle discussioni, come risulta al Foglio, un piano di aiuti del governo italiano per addestrare le forze del generale e monitorare le frontiere.



