Redatto il 16 aprile, aggiornato il 1° maggio 2023
A questa lista si devono aggiungere Guinea Equatoriale , Zimbabwe, Sudan del Sud, Eritrea ed Algeria per un totale di 13 paesi africani.
Inoltre la Wagner ha legami con il Sud Africa e punterebbe anche al Niger.
Era anche in Mozambico, che però ha lasciato dopo anni di scontri contro i jihadisti.
Sì, perchè se il nome Wagner, viene dal compositore tedesco in omaggio ad Adolf Hitler del quale il fondatore, Dmitrij Utkin, era un grande ammiratore, questo esercito fantasma (ufficialmente non esiste) conta ormai più di 50’000 mercenari e si offre ai governi africani come supporto combattente contro Al Quaida e altre organizzazioni islamiste.
Si autofinanzia con percentuali di ricavi sull’estrazione di petrolio o di minerali dei paesi di cui supporta i governi. Pare alimenti le sue casse anche con il contrabbando di oro o di diamanti . Ma non disdegna la silvicultura, il traffico di caffè o di zucchero.
E’ accusato di crimini gravi : omicidi, stupri, esecuzioni di massa, soprattutto in Mali e Repubblica Centrafricana.
Sotto : una delle fonti di questo articolo.

I russi sono stati molto abili nel rimpiazzare recentemente la presenza francese in Mali, Burkina Faso e in Repubblica Centrafricana.
Wagner ha approfittato del disimpegno americano in Africa , voluto da Donald Trump, e delle debolezze e dei sentimenti anti- francesi dei governi africani che appartengono a quella che il Financial Times dell’8 febbraio 2023 definisce la “coup belt” (la “cintura dei colpi di stato”, come da figura sotto, dove – peraltro – Wagner ha avuto le sue perdite maggiori) e che coincide con il Sahel, una fascia di stati sub- sahariani molto instabili. I cui governi sono poveri ma i paesi sono spesso ricchissimi di materie prime e/o metalli pregiati:
il Niger, ad esempio, dove si sono rifugiati i soldati francesi che si sono dovuti ritirare dal Mali, Burkina Faso e dalla Repubblica Centrafricana, possiede riserve di uranio, che Wagner vorrebbe controllare.
Si pensa che dietro il conflitto appena scoppiato in Sudan ( che è – tra le tante cose – anche uno dei principali luoghi di partenza dei flussi migratori che dall’Africa subsahariana arrivano alla Libia per poi imbarcarsi nel Mediterraneo) ci siano i russi che vogliono il controllo definitivo dell’oro del paese.

Putin sta semplicemente seguendo il fil rouge della politica praticata dall’Unione Sovietica:
Ha formato per decenni quadri africani all’ Università moscovita Patrice Lumumba, ribattezzata “Università russa dell’Amicizia dei popoli”.
L‘ex URSS ha formato tantissimi dirigenti africani. E la Russia continua a farlo, soprattutto nei paesi più poveri (es. : Sahel).
Dalla chart sotto si vede la rete creata nel tempo dalla Russia che sostanzialmente vende armi a tutti gli stati africani. I più legati a queste forniture sono :
Algeria, Uganda, Angola e Sud Sudan.
Poi vengono Egitto e Sudan.
A seguire : Mali, Etiopia, Libia, Ciad, Nigeria Repubblica Centrafricana, Zambia, Kenya…etc.

L’altra minaccia per gli interessi europei presente nella regione è sicuramente rappresentata dalla Cina che, da tempo, fà le sue mosse per controllare gli stati africani, con l’obiettivo di mettere le mani sul litio – vedi chart sotto –, che tanto servirebbe alla transizione ecologica europea o su altri minerali delle terre rare , come – ad esempio – il cobalto.
Lo sta facendo in Zimbabwe o in Namibia, ad esempio.

La Cina è, quindi, la grande vincitrice di questa espansione sul continente africano.
L’UE, politicamente, è disunita e in Africa, come altrove, conta poco.
Lo hanno dimostrato i viaggi singoli e distanti di Scholz prima e di Macron, poi, in Cina.
Quello del presidente francese si è saldato con polemiche su tutti i quotidiani e social del mondo. Il giornale Le Monde ha parlato di “cacofonia europea di fronte alla Cina”.
Un disastro.
Tra l’altro è quasi divertente vedere come un presidente francese, che ha appena perso il controllo di tre stati africani, cerchi di dare lezioni di politica estera al mondo.

l’Europa deve riuscire ad andare oltre l’alleanza franco tedesca ormai inesistente . Per contare di più, anche in Africa . Non fosse altro perchè, a causa del Covid-19, del’inflazione, delle guerre locali – o di quella in Ucraina – e del cambiamento climatico il rischio che molti paesi vadano in default – Ghana, Egitto, Tunisia, Zambia etc. – è reale.
La Cina è diventata, nel tempo, il più grande creditore dei paesi poveri, tra i quali ci sono anche quelli africani (Etiopia, Zambia, etc.) con prestiti equivalenti a 850 miliardi di €. Mentre l’Europa , invece, rischia una vera e propria “invasione”.
Per dare un’idea della situazione e di come si potrebbe evolvere : in Tunisia, Algeria e Marocco sono presenti, bloccati dall’Europa, circa 300’00 migranti, in grande maggioranza provenienti dal centro dell’Africa (Costa d’Avorio, Guinea, Sudan, Mali, Camerun) e dalla Siria.
Questi sono quelli in regola, poi ci sono i clandestini.
Le tensioni sono fortissime e spesso sfociano in veri e propri incidenti, dove la polizia locale apre il fuoco.
Sarebbe meglio cercare di gestire questo fenomeno, piuttosto che subirlo e basta o ritirarsi come hanno fatto gli americani.
Sotto : profughi etiopi lungo le rive del fiume in Sudan fuggono dal conflitto nella regione del Tigray. Novembre 2020. Sulla guerra dell’acqua tra Etipia ed Egitto leggi qui.


La situazione del Sudan è aggravata dalla siccità che colpisce da tempo tutto il Corno d’Africa (in Somalia ha ucciso 43’000 persone nel 2022).



