Redatto il 1° febbraio 2020, aggiornato il 1° ottobre 2025
Bayer- Monsanto, Syngenta, BASF e altri continuano a produrre pesticidi – tra i quali l’atrazina – proibiti in Europa da più di un decennio per smerciarli in dose massicce in Africa, in America Latina o nell’est europeo.
E secondo Le Monde queste imprese stanno facendo lobbying per conservare un’attività rischiosissima per le popolazioni esposte ma molto profittevole per loro.
Infatti la legge europea sull’alimentazione, promulgata il 30 ottobre 2018, proibisce, dal 2022, produzione, stoccaggio e circolazione di prodotti fito – farmaceutici che contengono sostanze attive non autorizzate in Europa per ragioni di protezione della salute umana o animale o di protezione dell’ambiente…
…così l’atrazina, utilizzata come diserbante per il mais e proibita dal 2003 nella UE perchè è potenzialmente cancerogena, è prodotta in gran parte da Syngenta ed è ancora esportata in Costa d’Avorio, Benin, Burkina Faso, Mali, Sudan, Nigeria, Ghana ed Etiopia.
La lobby vorrebbe aggirare il divieto del 2022 mentre le Ong si oppongono.
L’ ONU considera questi fatti come “violazioni dei diritti umani” (secondo il suo Rapporto sul diritto all’alimentazione, 2017).
Quello che va rilevato nel 2025 è che :
1.Export di pesticidi vietati dall’UE raddoppia in 7 anni, svela indagine Greenpeace-Public Eye
Nel 2024 pesticidi vietati nell’UE sono stati esportati in 93 Paesi, 71 dei quali (oltre i tre quarti) sono a medio o basso reddito e risultano destinatari del 58% in peso del totale dei prodotti. Il maggior importatore tra questi è il Brasile, una delle nazioni con le riserve di biodiversità più importanti al mondo, seguito da Ucraina, Marocco, Malesia, Cina, Argentina, Messico, Filippine, Vietnam e Sudafrica. Tra i Paesi destinatari figurano ben 25 nazioni africane, mentre gli Stati Uniti sono il maggiore importatore tra i Paesi ad alto reddito, nonché primo importatore in assoluto al mondo.
Tredici Stati membri dell’UE sono coinvolti nell’export di pesticidi vietati: al primo posto, per volumi d’esportazione, la Germania, seguita da Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Bulgaria, Italia, Francia, Danimarca, Ungheria e Romania. Oltre 40 le aziende implicate in Europa, tra cui BASF, maggiore esportatrice per peso, Teleos Ag Solutions, Agria, le multinazionali Corteva, Syngenta, Bayer e AlzChem. In Italia sei aziende, tra cui Finchimica, Tris International, Corteva e Sipcam Oxon, hanno notificato complessivamente l’esportazione di quasi 7 mila tonnellate di pesticidi contenenti 11 sostanze chimiche vietate, su tutti l’erbicida trifluralin (proibito da quasi 20 anni nell’UE perché altamente tossico per pesci e altri animali acquatici, nonché sospetto cancerogeno e altamente persistente nel suolo) e il suo parente chimico ethalfluralin…
2. senza clausole di reciprocità reimportiamo cibo contaminato da pesticidi proibiti in Europa:

«Questi pesticidi sono noti per essere pericolosi per gli esseri umani, gli insetti impollinatori e altre specie selvatiche, eppure le aziende al centro dell’inchiesta – comprese quelle italiane – continuano a trarre profitto vendendo prodotti vietati soprattutto ai Paesi più poveri e con normative più deboli, mettendo a repentaglio la salute dei lavoratori del comparto agricolo, delle comunità locali e della natura.
Sotto : quando c’era disarmonia legislativa in Europa e quindi concorrenza sleale.



