Separandosi da nostro padre Bernardo, la mamma non vuole e non vorrà mai il suo denaro; ma anche la sua famiglia d’origine, in un modo o nell’altro, non può o non riesce a esserle d’aiuto (pp. 88-90). Dal 1964 lavora pressoché ininterrottamente, da impiegata alla Rinascente fino ad esperta d’arte, al punto di diventare, nel 1977, dirigente della casa d’aste Christie’s a Milano. Infine, con altri due soci, fonda nel 1992 “Consulenza d’arte”, “una delle primissime società in questo settore nate in Italia che svolgono esclusivamente attività di consulenza.” Come recita il suo profilo sul sito Web della società, vi fu “Specialista dell’arte moderna e del XIX secolo, (…) profonda conoscitrice dei gioielli antichi e moderni con il diploma di gemmologa del Gemmological Institute of America. Si interessa inoltre delle arti decorative del secolo XX.”. Una carriera dunque brillante, acquisita in anni di studio e di preparazione, che ne ha fatto una donna “temprata, matura, un capo che qualsiasi azienda sarebbe fiero di avere e che qualsiasi dipendente non può che stimare e seguire”, come scrive in una lettera del 27 novembre 1981 Edoarda Sanna, detta Dadi, che le fece da mentore presso Christie’s.
Ma prima di questo successo tenacemente perseguito, Giorgina non ha denaro, e deve vivere. Bellissima e di figura elegante, non poteva non essere notata: e una vecchia, scolorita pagina di giornale ancora del 1964 ce la mostra, a piena pagina, quale mannequin (si definivano così allora, con un eloquente francesismo, le modelle da passerella). Indossa un abito che s’indovina ricco e splendente, e chi finisce di “addobbarla” è il marchese Emilio Pucci, uno dei fondatori della moda “made in Italy” e genio assoluto della creatività, che certo non sceglieva le sue modelle a caso.
Quando mi è arrivata questa immagine, ho scoperto un brano di vita di mia madre che ancora non conoscevo, e che considero non solo prestigioso, ma anche commovente. Era molto giovane, Giorgina, aveva 24 anni e già era stata moglie, ed era madre; e sola ad arrangiarsi. La grinta non le mancava certo.
N.B. : “la famiglia d’origine” le aveva tagliato i viveri. Me lo ha riferito, dopo la stesura del mio libro, mia zia Diana Theodoli Pallini.
Grazie a:
- Franca ed Eugenio Mazza di Albiate per la foto inedita di Emilio Pucci e di mia madre.
- Eleonora Sàita per il testo di questo articolo.
Riferimenti nel Web:
Sito di Consulenza d’arte srl, Milano, Chi siamo.
Pucci di Barsento, Emilio, voce in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 85 (2016).
