La bellezza delle montagne e della neve, oltre alla passione per lo sci (ci mettevano le racchette in mano appena riuscivamo a camminare da soli), furono il palcoscenico di indimenticabili momenti familiari, come questo scatto con mia mamma Giorgina a St. Moritz, nel 1964.
Era lì, a casa di suo padre, il nonno Guido, che noi figli riuscivamo a vederla più spesso (p. 97). Infatti, lasciato il tetto coniugale per un altro uomo e separatasi da Bernardo, Giorgina si era trovata “nella condizione di non potersi battere per tenere con sé me e Violetta, i suoi figli. L’adulterio a quell’epoca può essere punito con il carcere (…), e le norme colpiscono più duramente le mogli fedifraghe dei mariti. Le resterà sempre il dubbio che, se fosse stata un po’ meno giovane e avesse avuto un padre disposto a battersi per lei più di quanto si fosse mostrato in quel momento mio nonno Guido Venosta, forse avrebbe potuto ottenere la nostra custodia. Invece mia sorella e io veniamo affidati a nostro padre. Le posizioni di Giorgina e di Bernardo resteranno sempre assolutamente inconciliabili. (…)” (pp. 88-89).
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