Redatto il 12 giugno 2022 e riaggiornato il 1° ottobre 2024
“Il nuovo organo di controllo Csqa sospeso” (2022)..
Il Csqa è l’organo che avrebbe dovuto vegliare sull’autenticità delle due Dop, San Daniele e prosciutto di Parma.
La notizia è apparsa di nuovo a giugno 2022 dopo una “saga” durata 8 anni (dal 2016 al 2024), che ha visto coinvolte Assica (Confindustria), Coldiretti e l’Istituto Parma qualità (*) con i seguenti risultati:
- “L’Istituto Parma qualità (Ipq), dopo aver collezionato nel 2018 sei mesi di sospensione per non avere capito che circolavano quasi un milione di falsi Prosciutti crudi di Parma….“
- “2 milioni di cosce – pari al 20% della produzione nazionale – sarebbero state riammesse alla DOP Parma e San Daniele senza averne i requisiti“
(*) L’Ipq è stato poi sostituito dal Csqa che a sua volta è stato sospeso.
Interessante il bilancio di Prosciuttopoli (2024), in una vicenda senza fine : “Anche per lo scandalo Prosciuttopoli del 2019 portato alla ribalta da Il Fatto Alimentare, il Consorzio non si era accorto di nulla, eppure si è trattato di una frode da 80 milioni di euro con 300 soggetti segnalati all’autorità giudiziaria, 810mila cosce sequestrate, 480mila prosciutti esclusi dal mercato e oltre 500.mila cosce smarchiate da parte di singoli allevatori“.
P.S., nel 2023 scrivevo: se il mercato si è “sempre comportato male” non è il caso di continuare.
Conclusione :
sopra trovate una vecchia pubblicità con Ugo Tognazzi che nel 1976 diceva : “Prosciutto di Parma. Prima dovevate riconoscerlo dal sapore. Da oggi vi basta questo marchio“.
Purtroppo il marchio potrebbe non bastare più se la cattiva gestione del comparto perdurasse.
La miopia degli enti e delle associazioni- sopracitate coinvolte fa pensare che l’obiettivo sia stato quello di cercare di distruggere, in tutti i modi possibili, la reputazione di un prodotto di qualità – il prosciutto italiano – favorendo i concorrenti esteri.
Riusciranno “i nostri eroi” nel loro intento, danneggiando tutto il Made in Italy?
Questo è il dilemma che sembra porsi, con lo scandalo dei falsi prosciutti, il prorogarsi della mala gestione del settore e la sottovalutazione della peste suina che sta ormai dilagando in tutta Italia, con effetti devastanti.
Ed è ovvio che questa pandemia avrà effetti pesantissimi sulle nostre esportazioni – bòoccate da molti paesi, sulla nostra immagine – vedi sotto – ma anche sull’inflazione (i maggiori costi di questa crisi verranno, per forza, riversati sui prezzi al consumo) e sulla competività del nostro Paese.
Ve lo dice chi, più di vent’anni fa, inserì, dopo aver consultato Juan Roig di Mercadona, il prosciutto spagnolo – a marchio Campofrìo – nelle gastronomie di Esselunga.
Già allora il “Jamòn” andava molto “più di moda” del nostro prosciutto di Parma!
Sotto : “il prosciutto in pericolo”, sul Financial Times. Sia l’autorevole quotidiano, sia Repubblica indicano come rimedio contro i cinghiali delle barriere, che dipendono dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Non gli abbattimenti dei cinghiali, come afferma invece Coldiretti. Probabilmente andrebbero bene entrambe le cose. Manca forse “la volontà politica” ?.
E aggiungo che il non parlarne, il non scriverne, come fa, ad esempio il Corriere della Sera – ma trovare la notizia, invece, sul Financial Times, non fa bene al Paese: le vicende della peste suina riguardano il cibo, la salute ma , ormai, anche l’ordine pubblico (vedi sotto).
In Francia gli allevamenti di pecore sono colpiti da tre tipi di epizoozia e se ne parla su tutti i giornali. Come negli USA si è parlato un pò ovunque dei 9 morti da listeria dei salumi.
Anche perchè le epidemie , in Italia, si susseguono e i media dovrebbero avere l’obbligo di informarne i cittadini : è’ allarme lingua blu negli allevamenti italiani di pecore e di mucche con centinaia di focolai e migliaia di animali morti a causa della malattia che sta dilagando in Sardegna, Piemonte, Lombardia e Calabria ma anche in altre aree del paese.
In proposito leggi anche :
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La cruda realtà: lo scandalo senza fine del prosciutto di Parma.
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Sotto: a maggio 2024 il governo annunciava di aver messo in campo l’esercito per abbattere il cinghiali : pubblicità negativa all’estero e zero conseguenze in Italia, dove la situazione, al contrario del Belgio, ad esempio, è peggiorata.
Mentre il nostro ministero si occupa di propaganda e di nomine.
n.b.: La Sardegna ha sconfitto la peste suina, via tutte le restrizioni: «Una giornata storica»