Quando ha aperto Eataly a New York ho sentito parecchi commenti poco lusinghieri :
“Eataly è diventato un supermercato come gli altri..”,
“Eataly ha tradito le sue origini…”,
“Eataly con Rossopomodoro ha abbassato il suo livello”,
“Eataly si è venduta l’anima”.
E chi ne ha più ne metta…
E’ vero che il bancomat di Unicredit all’ingresso di Eataly New York fa un pò a pugni con il resto del locale ma sinceramente – e lo dice qualcuno che non è quasi mai tenero con Farinetti ne con le Coop (socio al 40% di Eataly) – la presenza di marche importanti del panorama alimentare italiano come Barilla, Lavazza, Giovanni Rana, Garofalo, Ponti, Mutti, Vergnano, Parmacotto, Nestlè (con Perugina), Novi, Menabrea, Amica Chips, Osella, Polenghi e molte altre ancora non stride con il progetto, anzi.
Finalmente l’Italia si presenta al meglio, unita. Come dovrebbe essere sempre!
Eataly fa parte dell’Italia che sa sfruttare l’America (v. sotto, l’articolo di Cazzullo)
Negli Usa sta succedendo quel che stava accadendo qualche anno fa in Gran Bretagna, soprattutto per quanto riguarda la pausa pranzo…
Starbuck’s, da quando Howard Schultz l’ha comprata nel 1987, è passata da qualche Coffe Shop a 18’000, in 62 paesi.
Il caffè Verona, a cui accenna Cazzullo, è suo.
Farinetti and partners hanno avuto poi, solo negli Usa che io sappia, l’idea geniale di associarsi a Bastianich – quello di Masterchef! – e Batali.
Un mio amico americano mi ha detto “se vai a New York vai a vedere cosa ha combinato Bastianich…”.
Eataly con Batali e Bastianich è diventata italo -americana e questo agli americani è piaciuto moltissimo!
Oltre a Eataly da segnalare le iniziative molto visibili della famiglia Cipriani, quelle più discrete della famiglia Rosi e il test molto simpatico ma tutt’altro che risibile di Grom nello “street food” (vedi sotto) a Central Park
Condividi questo articolo sui Social Network:


