Redatto il 20 marzo 2021, aggiornato il 4 marzo 2022
Del prezzo del Caffè Napoli, in copertina, ho parlato in : Starbucks può far alzare il livello del prezzo (e della qualità) del caffè in Italia? Il caffè napoletano, verace, l’ho bevuto alla Kimbo. Quando ero in Esselunga.
Caffè espresso italiano o napoletano? Solo uno diventerà Patrimonio Unesco
Riconoscimento atteso il 31 marzo. Il Mipaaf promuove entrambe le pratiche: il «Rito» italiano precede la «Cultura» partenopea per una questione temporale
di Rosaria Sica (Il Sole 24 ore).
18 marzo 2021
Il 31 marzo si scoprirà se e come il caffè italiano diventerà Patrimonio immateriale Unesco
È ufficiale la candidatura, da parte del ministero delle Politiche agricole, del Rito del caffè espresso italiano tradizionale a Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, ma senza trascurare quella della Cultura del caffè napoletano.
«La priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier – specifica una nota del ministero – è stata determinata dalla presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019 mentre quella della Cultura del caffè espresso napoletano è stata presentata alla metà dello scorso anno».
Il Mipaaf ha deciso quindi di sostenere una pratica che è considerata «una vera e propria arte», ma anche l’importanza della tradizione partenopea, «realtà tra rito e socialità». Entrambe le proposte sono già state inserite nell’Inventario dei prodotti agroalimentari italiani.
Le documentazioni sono già state inviate alla Commissione Nazionale dell’Unesco che dovrà decidere l’avvio del procedimento per l’inserimento nel Patrimonio immateriale dell’umanità di un elemento che ha importanti risvolti culturali, sociali, storici e di tradizione. A tal proposito il professor Pierluigi Petrillo, Unesco chair professor, Patrimonio culturale immateriale, chiarisce: «Soltanto una potrà essere presentata all’Unesco, quella che più delle altre ha le caratteristiche richieste. Saranno analizzati entrambi i dossier ma solo quello che evidenzierà il rito e la convivialità potrà essere preso in considerazione. L’Unesco non tiene conto, infatti, né degli aspetti commerciali, imprenditoriali o produttivi ma solo e soltanto l’aspetto antropologico legato appunto alla tradizione e al “culto”».

Ma, alla fine, tra i due litiganti italiani (Trieste e Napoli) non ha vinto nessuno :
“Il caffè non sarà patrimonio immateriale dell’Unesco. La commissione nazionale per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha infatti poche ore fa bocciato la candidatura.
Doccia fredda dunque per i promotori dell’iniziativa che dopo la pizza miravano a far diventare il caffè italiano, ‘espresso tra cultura, rituali, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli’, patrimonio dell’Unesco.
Forte la delusione a Napoli”.
la notizia risale a questa primavera ma è praticamente passata sotto silenzio, forse bisognava “fare più squadra”, come hanno saputo fare i francesi con la baguette.
Sull’Unesco leggi : L’arte dei pizzaioli napoletani patrimonio dell’Unesco



