Da lunedì le grandi multinazionali – tra le quali Amazon – saranno soggette per la prima volta a una tassa minima globale, mentre entrano in vigore le riforme fiscali transfrontaliere che cercano di raccogliere fino a 220 miliardi di dollari di entrate annuali extra.
Quasi tre anni dopo che 140 paesi hanno raggiunto un accordo per colmare evidenti lacune nel sistema internazionale, alcune grandi economie inizieranno da gennaio ad applicare un’aliquota fiscale effettiva di almeno il 15% sui profitti delle società.
… La prima ondata di giurisdizioni che implementeranno l’imposta minima globale da gennaio include l’UE, il Regno Unito, la Norvegia, l’Australia, la Corea del Sud, il Giappone e il Canada. Le norme si applicheranno alle società multinazionali con un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro.
Parteciperanno diversi paesi a lungo considerati paradisi dalle multinazionali, tra cui Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svizzera e Barbados, che in precedenza avevano un’aliquota dell’imposta sulle società del 5,5%.
Né gli Stati Uniti né la Cina hanno ancora introdotto una legislazione in tal senso, nonostante abbiano sostenuto l’accordo nel 2021. Ma le riforme globali sono progettate per avere ancora un impatto significativo…
Will Morris, responsabile della politica fiscale globale di PwC US, ha affermato che gli hub di investimento
probabilmente raccoglieranno entrate fiscali aggiuntive sotto il nuovo regime e “le restituiranno alle imprese” attraverso un altro ramo del governo.
“La concorrenza fiscale non morirà, si sposterà verso sussidi e crediti“, ha detto Morris.
si tratta di un passo avanti epocale, che dovrebbe metter fine alla rincorsa di tentativi , più o meno goffi, di applicare delle web tax nazionali. Ma che, vista la complessità della faccenda e l’assenza degli Stati Uniti dallo scenario, rende il traguardo di far pagare le tasse ad Amazon ancora molto complesso e lontano da raggiungere.
Sulle difficoltà di applicazione aggiungo solo un fatto : quando ho provato a capire quali fossero i dati disponibili su Amazon in Italia sono andato a “sbattere contro un muro di gomma” perchè il gigante di Seattle, non essendo quotato in Europa, fa dell’opacità la sua bandiera, non consentendo agli esterni neanche di capire quale sia il proprio fatturato.



