Redatto il 9 maggio, aggiornato il 23 maggio 2024
Spesso nelle presentazioni del mio libro, “Le ossa dei Caprotti”, mi chiedono cosa avrei fatto in Esselunga se fossi rimasto. Sicuramente avrei sviluppato il commercio elettronico. Ricordo, per chi non lo sapesse che negli anni 2000 avevo sviluppato una libreria on-line, pur non sapendo cosa fosse Amazon (per Esselunga a casa ci siamo ispirati a Caddy Home di Delhaize, in Belgio). Avrei quindi aggiunto all’offerta di cibo di Esselunga un marketplace di prodotti non food.
Da Repubblica Affari e Finanza del 6 maggio 2024:
IL FORUM
“Customer experience e brand nuove sfide per l’e-commerce”
Con l’assalto cinese, gli italiani comprano di più online però spendono meno. Il presidente Netcomm, Liscia: la partita si gioca su offerta e prezzi, ma anche su relazione con il cliente e valori che il marchio sa comunicare
Giulia Cimpanelli
Sono gli e-commerce cinesi ad aver trasformato l’assetto del commercio elettronico in Italia. A dimostrarlo sono i dati emersi dal Delivery index 2024 sviluppato da Netcomm insieme a Poste Italiane, che verrà presentato l’8 e 9 maggio alla nuova edizione del Netcomm Forum: a fronte di una cospicua crescita della penetrazione dell’e-commerce tra i consumatori italiani, non aumenta il suo valore economico.
Semplificando: gli italiani comprano di più online, ma la spesa media diminuisce. Ciò accade proprio per la presenza di siti come Shein e Temu tra le piattaforme preferite dagli italiani, forse proprio per i prezzi stracciati.
Altra novità: dopo anni a parlare dell’importanza e della crescita dell’omnicanalità – l’esperienza di acquisto integrata su tutti i canali, tra cui in negozio, in modalità mobile e online – , oggi non la troviamo tra le priorità del settore: «Non perché non lo sia, ma perché in Italia le piccole catene faticano a fare integrazione di canale (per ragioni economiche, ndr) – commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm Forum– e i grandi player hanno già investito nel settore».
Il punto sull’e-commerce in Italia emergerà dalle tante ricerche che verranno presentate nella due giorni milanese, giunta alla diciannovesima edizione, intitolata quest’anno “The intelligence commerce. Composable & Fluid, la continua ri-configurazione del retail e delle filiere”. Tra questi studi torna il NetcommNetRetail 2024, l’osservatorio che analizza, ogni anno dal 2014, il ruolo del digitale negli acquisti degli italiani. Sarà presentata anche la ricerca Il Venture capital nel digital retail & services, che offre un’analisi sul mondo dei servizi digitali nell’ecosistema venture capital italiano ed europeo in termini di ammontare investito, numero di round, ragioni dell’investimento.
Altro tema al centro della nuova edizione sarà l’intelligenza artificiale: «Avremo finalmente l’opportunità di approfondire e comprendere il suo ruolo e quello delle tecnologie più avanzate come leve per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei modelli di business delle aziende – aggiunge Liscia – . Oltre al tema dell’Ai, approfondiremo temi come l’automazione, la blockchain, il social commerce e le modalità di implementazione di queste innovazioni a beneficio delle aziende. Nel mondo del commercio elettronico la competizione si gioca sempre di più non solo sull’ampiezza dell’offerta e dei prezzi, ma anche sulla qualità della customer experience e sui valori che il marchio è in grado di comunicare al consumatore. Le nuove tecnologie, metaverso, realtà virtuale e aumentata, possono sicuramente essere potenti modelli di ingaggio dell’utente».
Oggi si parla di “Extended Retail” per descrivere il fenomeno in cui il settore del retail si estende a tutti quei momenti in cui si crea una connessione con i brand, le aziende e i prodotti. In un momento di crescente competizione, inflazione galoppante e utenti sempre più attenti al risparmio, instaurare una relazione con il consumatore è ormai un vero e proprio obiettivo dei brand e delle imprese.
Un’opportunità emersa nell’e- commerce riguarda il ruolo predominante dei social media nel definire il rapporto tra consumatori e aziende a livello globale: «I social media – spiega Liscia – sono diventati piattaforme non solo informative, ma anche di vendita, mentre i marketplace stanno perdendo terreno. Questa dinamica concorre alla crescita del fenomeno del Direct to Consumer, che si sta affermando sia a livello planetario sia in Italia, consentendo ai produttori di stabilire una connessione diretta con i propri clienti.
Questa tendenza ha aperto nuove frontiere nei media di marketing, come l’Advanced Tv/Connected Tv, i paid social, il retail media, e si è spinta verso nuovi ambienti come il gaming, il metaverso e gli eSports, rispecchiando gli interessi e le aspettative della Generazione Z». In questo contesto, si inserisce l’Extended Retail rappresentato dal metaverso, che offre una dimensione digitale immersiva, integrando realtà virtuale, blockchain, Nft e intelligenza artificiale. Il futuro sarà infatti incentrato sull’Ai, che rappresente la prima destinazione degli investimenti nel settore dell’e-commerce. La realtà virtuale e aumentata, inoltre, stanno diventando importanti per veicolare emozioni e coinvolgere i consumatori in esperienze sempre più realistiche.
Ma per crescere, soprattutto in Italia, il settore ha bisogno di sostegno economico da parte di investitori: «Purtroppo – conclude il presidente di Netcomm – la mancanza attitudine impresa italiana a investire sul digital e la carenza di investori istituzionali che puntano sul settore restano un freno alla crescita di e-commerce italiani».
Non a caso, nella classifica degli e-commerce più usati dagli italiani, per trovare il primo sito locale bisogna arrivare al settimo posto (Esselunga). Nella top ten spiccano anche piattaforme di e-commerce nostrane del settore pharma, nuova tendenza in crescita in Italia e in Europa, in termini di settori merceologici più forti nel commercio online.
La situazione dell’e-commerce, dove l’Italia non brilla, è molto difficile anche in Europa.
Di Le Figaro con AFP (febbraio 2024)
Queste aziende hanno realizzato vendite transfrontaliere per 50 miliardi di euro nel 2023, in calo del 18% rispetto all’anno precedente.
Secondo uno studio di Cross-Border Commerce , i 500 maggiori operatori europei dell’e-commerce hanno sofferto la concorrenza dei “ marchi cinesi emergenti ” come Shein e Temu e hanno visto i loro volumi di vendite transfrontaliere diminuire del 18% nel 2023 rispetto al 2022.
Europa. La piattaforma “ Rete e conoscenza ” del commercio elettronico europeo si concentra ogni anno sulle performance transfrontaliere dei “ 500 maggiori operatori europei del settore ”, si legge in un comunicato stampa pubblicato recentemente. Ha analizzato le vendite di questi 500 player sui mercati europei e internazionali al di fuori del loro Paese d’origine: è emerso che queste aziende hanno realizzato 50 miliardi di euro di vendite transfrontaliere nel 2023, in calo del 18% rispetto all’anno precedente.
Più in generale, tutti i “ negozi online europei hanno realizzato un fatturato transfrontaliero di 107 miliardi di euro ”, secondo un altro dato di Cross-Border Commerce Europe.
Dieci grandi attori del commercio online europeo condividono il 19% delle vendite totali nella Top 500, “ con Ikea al numero 1 per il terzo anno consecutivo ”, nota la piattaforma. Dietro Ikea, seguono in ordine decrescente Zalando, H&M, Lego, Zara, Jysk (catena danese di negozi specializzata in arredamento), Lidl, Decathlon, Adidas e Notino (sito specializzato in beauty fondato nel 2004 in Repubblica Ceca). “ La top 500 transfrontaliera evidenzia un calo dei ricavi, una sottoperformance in un ambiente macroeconomico instabile, sfide logistiche e una forte concorrenza da parte dei marchi statunitensi e dei marchi cinesi emergenti come Shein e Temu ”, osserva Cross-Border Commerce Europe.
Per la piattaforma, “il calo dei prezzi delle azioni di società quotate in borsa come Zalando, ASOS, Farfetch, Boohoo e Yoox evidenzia le difficoltà che devono affrontare nel far fronte alla concorrenza dell’e-commerce asiatico” . Se osserva che “ l’influenza di Shein sui principali rivenditori europei di fast fashion, come Inditex (società madre di Zara, ndr) e H&M, sembra significativa ”, precisa: “ Queste aziende mantengono la loro posizione ”…
Le Figaro, che ha pubblicato un aggiornamento anche a maggio 2024, evidenzia come:
- Shein abbia ormai 108 milioni di utenti menisili mentre Temu ne conti 75. Con assortimenti molto estesi e un’agilità operativa che gli europei non possono vantare.
- Zara stia resistendo, chiudendo i negozi meno performanti (ma anche aprendone di più grandi).
- Decathlon (Auchan) riesca a fidelizzare la propria clientela.
- le aziende europee debbano dare la priorità alla qualità, a scadenze di consegna precise, alle regole europee e all’offerta di prodotti locali.
- le stesse debbano investire sui social, Tik Tok e Meta in testa.
Nota bene: il fatturato di Shein, nel 2023, ha superato quello di Zara : 41,7 miliardi di $ contro 36 miliardi. Un segnale pesante, che conferma quanto già scritto.
Prima abbiamo lasciato entrare Amazon, ora gli operatori cinesi. E colmare il divario diventa impossibile, anche perchè gli investimenti, dove siamo in ritardo, sono mostruosi : Alibaba, ad esempio, sfrutta il business del cloud per diventare uno dei principali investitori di intelligenza artificiale in Cina.
Leggi anche : Nel primo trimestre del 2024 #Pinduoduo (Temu) ha più che raddoppiato i ricavi dello stesso periodo del 2023.



